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Kenya, firmato l’accordo per la missione ad Haiti. Nuove violenze a Port-au-Prince

Mentre Kenya e Haiti firmano l’accordo che consente alla polizia keniota di guidare la missione sostenuta dalle Nazioni Unite nella nazione caraibica, come anticipato dal nostro giornale con un articolo di Giovanni Gugg, a Port-Prince la situazione continua a precipitare.
Kenya e Haiti hanno sottoscritto un piano “comune”  per schierare la polizia del paese dell’Africa orientale che, hanno spiegato il presidente keniota William Ruto e il primo ministro haitiano Ariel Henry è stato “definito nei minimi dettagli  per consentire il rapido sviluppo del dispiegamento”. Non appare chiaro se la sentenza della Suprema corte del Kenya di gennaio, che aveva bollato il dispiegamento “incostituzionale”, sia stata aggirata.
La sentenza aveva messo in dubbio il futuro della forza multinazionale perché non c’era stato un accordo formale, passaggio che venerdì scorso è stato compiuto.
Intanto, dopo la fuga dalle carceri di centinaia di detenuti e le nuove violenze a Port-au-Prince, molte persone sono rimaste ferite e la situazione appare sempre più drammatica.
I nuovi scontri sono scoppiati dopo l’annuncio del rinvio delle elezioni ad agosto 2025.
I team di Medici Senza Frontiere, organizzazione non governativa che opera da lungo tempo nel paese caraibico, sta assistendo la popolazione all’ospedale di Tabarre dove arrivano più di 10 feriti al giorno dal 28 febbraio e hanno aumentato il numero di posti letto dell’ospedale per far fronte all’afflusso di pazienti.
Decine di migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case e i loro averi e sono ora sfollate in diverse aree di Port-au-Prince.
L’ospedale di Tabarre, che fornisce cure per traumi e ustioni, dispone normalmente di 50 posti letto e ne sono stati aggiunti altri 20. Inoltre, le équipe di MSF sono preoccupate per l’esaurimento delle forniture mediche che si trovano al porto della città ma non sono al momento accessibili.

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