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Il percorso di una donna presidente della Tanzania: Samia Sukuhu Hassan

Negli ultimi due anni si è assistito a una clamorosa inversione di tendenza nella gestione delle relazioni internazionali della Tanzania. Paese di cui si parla e si è parlato poco, forse per la sua relativa stabilità politica, forse perché talvolta più associato al concetto di “turismo” che di “Africa”.

Ex vice-presidente, Samia Hassan ha assunto la guida della Tanzania nel marzo 2021, alla morte del suo predecessore e compagno di partito John Magufuli. Lui era socialista, nazionalista e soprattutto popolare, sia per l’impegno contro la corruzione e le disuguaglianze che per la rivisitazione dell”ujamaa, un concetto swahili che pone al centro la comunità ma con il passare del tempo la nuova presidente ha però saputo fare scelte autonome, accettando il confronto con l’opposizione e cercando di attirare investimenti dall’estero.

Dalla gestione delle misure per controllare la diffusione della pandemia Covid-19 ai viaggi in vari Paesi dell’Africa orientale e non solo, la nuova Presidente Samia Suluhu Hassan non ha lasciato nulla di intentato nell’esecuzione del suo programma di diplomazia economica.

Insomma una delle donne che secondo la classifica di Forbes è tra le 100 più influenti del mondo sta cambiando le carte in tavola, pur essendo fortemente   legata al passato della politica del suo paese.

La pandemia Covid-19 è arrivata in un momento in cui le relazioni tra la Tanzania e alcuni dei suoi partner per lo sviluppo erano difficili, tanto che nell’aprile 2019 il Paese è stato criticato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) per le sue politiche economiche la presidente Hassan è salita al potere in un momento in cui la Tanzania veniva considerata come “l’eccezione” nella regione e non solo, a causa della sua gestione della pandemia Covid-19.

All’epoca la posizione ufficiale del governo era che la Tanzania era esente dal Covid-19, e l’allora presidente, il defunto John Magufuli, aveva apertamente espresso dubbi sulla sicurezza di maschere e vaccini. Ma dopo essere salita alla presidenza il 19 marzo 2021, lei ha annunciato un cambiamento di approccio alla pandemia di Covid-19 per inviare un messaggio ai partner commerciali e di sviluppo della Tanzania che il Paese non era più “l’unico escluso”.

Ha detto senza mezze parole e in netta discontinuità con il passato che la Tanzania avrebbe dovuto rivalutare la sua posizione nei confronti della Covid-19 e nel giugno 2021 ha annunciato che sarebbe stato necessario un totale di 470 milioni di dollari per l’attuazione del programma di vaccinazione. I risultati sono stati evidenti e quasi immediati. Nel settembre 2021, il Consiglio di amministrazione del FMI ha approvato un totale di 567,25 milioni di dollari (circa 1.300 miliardi di scudi) in prestiti a tasso zero nell’ambito della Rapid Credit Facility e del Rapid Financing Instrument per le esigenze della bilancia dei pagamenti della Tanzania derivanti dallo scoppio della pandemia Covid-19.

Durante questo periodo, ha avuto colloqui con diversi partner per lo sviluppo, tra cui il Direttore Generale del FMI Kristalina Georvieva durante il loro incontro presso la Chamwino State House di Dodoma, si è parlato del continuo sostegno del Fondo alla Tanzania per l’attuazione dei suoi progetti di punta, tra cui la ferrovia a scartamento standard (SGR) e il progetto idroelettrico Julius Nyerere da 2.115 megawatt.

Nel luglio 2022, il Consiglio esecutivo del FMI ha approvato un accordo di prestito Extended Credit Facility di 1,046 miliardi di dollari per 40 mesi a favore della Tanzania, con un esborso immediato di circa 151,7 milioni di dollari.

Il FMI ha dichiarato in un comunicato che il pacchetto di finanziamenti aiuterà la ripresa economica della Tanzania, affronterà le ricadute dell’invasione russa dell’Ucraina, contribuirà a preservare la stabilità macroeconomica e sosterrà le riforme strutturali.

Non sono dettagli per un paese Africano.

Ed è proprio sulla base di queste relazioni cordiali che il mese scorso (febbraio 2023) il FMI ha espresso il suo ottimismo sulle prospettive di crescita economica della Tanzania, affermando che alcuni settori hanno mostrato segni di ripresa nel 2022.

In una dichiarazione rilasciata al termine della missione del FMI, che si trovava in Tanzania dall’8 febbraio 2023 per condurre la prima revisione del programma di quaranta mesi del Paese nell’ambito del programma sostenuto dall’Extended Credit Facility (ECF), il team ha anche espresso fiducia negli sforzi dell’amministrazione della Presidente   per rafforzare la ripresa economica.

Allo stesso modo, nel settembre 2021, ha avuto un incontro bilaterale con il Presidente del Gruppo Banca Mondiale David Malpass a New York, negli Stati Uniti,  per facilitare la crescita del settore privato e da allora si sono susseguiti numerosi scambi, tra cui quello del 20 maggio 2022, quando la Banca Mondiale ha annunciato che la Tanzania avrebbe ricevuto un prestito di 550 milioni di dollari   dall’Associazione Internazionale per lo Sviluppo (IDA) della Banca Mondiale per sbloccare le strozzature critiche di strade e aeroporti del Paese.

E proprio mercoledì 28 febbraio 2023, la Banca Mondiale e la Tanzania hanno firmato un totale di 579,93 milioni di dollari in aiuti per finanziare la salute materna e infantile e i programmi idrici.

La prima donna presidente nella storia del Paese, oltre che la prima nell’Africa orientale.  ha anche visitato la sede della Commissione Europea (CE) a Bruxelles, in Belgio, nel febbraio dello scorso anno (2022), dove, durante un incontro con il Presidente della CE, Ersula Von der Leyen, ha rivelato che la Tanzania riceverà 425 milioni di euro (circa 1.15 trilioni di scudi) per un periodo di tre anni per finanziare progetti relativi al rafforzamento della digitalizzazione, alla promozione dell’uguaglianza di genere e alle città verdi.

Al suo ritorno dal viaggio in Belgio e Francia, si è avuta la notizia , oltre ai 425 milioni di euro, la Tanzania otterrà dalla Francia anche un prestito agevolato di 178 milioni di euro per il progetto di transito rapido degli autobus (BRT), ed in Francia è stato anche firmato un accordo per la ristrutturazione delle strutture del Terminal 2 dell’aeroporto internazionale Julius Nyerere di Dar es Salaam.

Oltre ad aver ottenuto fondi per lo sviluppo delle strutture aeroportuali di Kigoma, Shinyanga e Pemba e per progetti ambientali in alcuni centri urbani, la Tanzania riceverà anche 450 milioni di euro in fondi di soccorso Covid-19 dall’Unione Europea (UE).

Nel marzo 2022, il capo delegazione dell’UE in Tanzania, Manfredo Fanti, ha rivelato che gli investitori del blocco europeo dei 27 membri sono soddisfatti delle iniziative che la nazione dell’Africa orientale sta adottando per migliorare il clima imprenditoriale, affermando che l’iniziativa favorirà l’afflusso di investimenti diretti esteri (IDE).

A seguito degli incontri, i governi e le aziende private dei due Paesi hanno firmato 36 protocolli d’intesa per un investimento totale di oltre 7,49 miliardi di dollari e una stima di 200.000 nuovi posti di lavoro nell’arco di quattro anni, a beneficio di settori quali energia, agricoltura, turismo, infrastrutture e tecnologia dei trasporti.

Uno degli atti piu’ coraggiosi o forse inaspettati è stato quando ha revocato il divieto di manifestare imposto alle opposizioni nel 2016 dal suo  predecessore, venendo incontro alla  richiesta di ripristino delle libertà democratiche.     “Sono qui per dichiarare che il divieto di manifestazioni politiche è ora revocato”, ha detto la presidente in un raduno davanti ai   dell’opposizione.

Il 15 aprile 2022, durante un incontro tra il Presidente Hassan e il Vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, i due leader hanno promesso forti legami tra le due nazioni. Durante l’incontro, diverse aziende statunitensi si sono impegnate a investire quasi 1 miliardo di dollari in Tanzania.

Lei, il capo dello Stato, lo ha detto: bisogna promuovere la libertà dei media, stimolando la crescita di piattaforme giornalistiche locali che non si limitino a rilanciare contenuti internazionali ma propongano servizi originali. Centrati magari sulle sfide dello sviluppo sociale, in un Paese di 60 milioni di abitanti, tre volte più grande dell’Italia, con un tasso di povertà che secondo la Banca mondiale fatica a scendere sotto il 27 per cento.

Tra i suoi progetti c’è anche la riforma del Media Services Act, una legge sulla stampa approvata nel 2016, durante il primo mandato di Magufuli. L’obiettivo è quello di coinvolgere editori e giornalisti per avere norme che proteggano i cronisti e creino più spazio per la libertà di espressione e i media.

Certo, la strada della Tanzania verso un nuovo percorso è ancora lunga ma sono in molti a pensare che questa donna farà la sua parte.

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