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Guinea: il giuramento del presidente Condé preceduto da una scia di sangue

Dopo la rielezione del 18 ottobre, oggi Alpha Condé presta giuramento e inizia il suo terzo mandato da presidente della Guinea, preceduto da una lunga scia di sangue e di repressione politica.
La violenza con cui le forze di sicurezza hanno stroncato le proteste post-elettorali nelle zone considerate roccaforti dell’opposizione ha causato almeno 16 morti (addirittura 48 secondo l’Unione delle forze democratiche della Guinea) e 37 feriti.
Un uomo di 62 anni, Ibrahim Sow, è morto sotto tortura. Arrestato il 24 ottobre per “partecipazione a un raduno violento” – un attacco a un treno della compagnia dell’uranio durante il quale, secondo fonti ufficiali, sarebbero rimasti uccisi tre gendarmi, un soldato e un civile – è deceduto in carcere il 17 novembre.
Le giustificazioni delle autorità sono apparse subito incongruenti: prima hanno attribuito la morte al Covid-19, poi al diabete.
Secondo l’Organizzazione guineana per i diritti umani e i suoi familiari, si è trattato di un maldestro tentativo di cancellare le torture. Ma i segni sul corpo di Sow Amnesty International li ha visti e fatti visionare a esperti patologi: bruciature con un’asta di ferro rovente o un oggetto similare.
Intanto, delle oltre 400 persone arrestate nel corso delle proteste, un’ottantina dovrà rispondere delle accuse di produzione e possesso di armi leggere, cospirazione, disturbo alla quiete pubblica, devastazione, saccheggio, partecipazione a raduno non autorizzato e incitamento alla violenza.
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