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Guinea, feriti e arresti in una manifestazione per la libertà di stampa

“Quando la polizia interviene, c’è sempre qualcuno che riporta piccole ferite”. Con queste parole il ministro delle Poste, delle Telecomunicazioni e dell’Economia digitale della Guinea, Ousmale Gaoual Diallo, ha liquidato la violenta repressione della manifestazione pacifica stroncata a Conakry il 16 ottobre. 

Quel giorno, già dalle 8.30 camionette della polizia e della gendarmeria avevano circondato la zona del Porto autonomo della capitale, dove molte persone si erano radunate, guidate dalle associazioni giornalistiche, per chiedere la fine delle restrizioni all’accesso a determinati portali di notizie. Quando il corteo è arrivato alla zona nota come “Cité chemin de fer”, è partito il lancio dei lacrimogeni, alcuni anche ad altezza di persona. I giornalisti che stavano riprendendo l’accaduto sono stati manganellati. 

Tre di loro sono rimasti feriti e due di loro avranno bisogno di settimane di cure; altri 13 sono stati arrestati, per poi essere scarcerati a fine giornata in attesa di comparire di fronte a un giudice per il reato di “partecipazione a un raduno illegale”. 

In Guinea dal maggio 2022 tutte le manifestazioni sono vietate.  

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