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Futuri uniti d’Africa, la potenza dell’immaginario africano

S’io fossi pinna… e tu, vorresti esserlo? E se non pinna né fòco, vorresti essere… foca, pianta, un’altra persona? Penso che, se fosse possibile, molti lo vorrebbero. In moltissimi vorrebbero sapere come farlo e possono chiederlo a quella “scienza fantastica” che malamente chiamiamo fantascienza.

E’ questo il flusso emotivo di Futuri Uniti d’Africa, la raccolta di racconti di Future Fiction (2021). Una raccolta di racconti da autori africani, Dalla Nigeria al Sudafrica, dal Kenya al Malawi e via ripartendo. Spunti tecnologici portano a critiche sociali o a riflessioni morali su ciò che siamo noi, su cos’è la diversità, su quale sia il nostro ruolo nel mondo.

Per vedere blu come la pianta di Wanini Kimemiah, o percepire le tre dimensioni della libertà come la foca braccata di Lauren Beukes, bisogna avere fantasia. Tanta fantasia.

Lo stesso coraggio serve, badate bene, per essere un robot, un androide o un ginoide in un pianeta a scelta, purché vicino (Marte o Venere insieme alla coppia Terra-Luna). O per confrontarsi con la famiglia di provenienza e la sua probabile fine, o quella di destinazione con figli di origine anche diversa dal classico rapporto tra uomo e donna.

L’approccio alla tecnologia è cambiato. Trattati, corsi e laboratori sono alcune delle vie percorribili. Esistono altri percorsi, come il viaggio della mente. E’ sufficiente e consigliato prendere un visto per i Futuri Uniti d’Africa, il risultato di svariati anni di scouting che Francesco Verso, scrittore ed editore, ha compiuto sui canali noti (come il premio Nommo) e meno noti ci quali afferiscono autori africani.

Ogni tecnologia può avere una valenza positiva e una negativa.

Come dice Lauren Beukes nel suo incredibile racconto “La sua seconda pelle di foca”, la natura è la tecnologia più dirompente che abbiamo e sta a noi imparare ad usarla bene.

 

Futuri uniti d’Africa, disponibile su Amazon

ISBN-13 978-8832077247

280 pagine

17 Euro

Futurefiction.org edizioni

 

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