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Etiopia. Oromo: la lunga marcia per la dignità di un popolo

Gli Oromo rappresentano il 40% della popolazione etiope, eppure nella storia sono stati sempre estromessi dal potere e considerati cittadini di serie B da Haile Selaisse al DERG, dal TPLF al Prosperity Party del Premier Abiy Ahmed Ali. Questa condizione è stata la principale ragione di tutte le ribellioni pacifiche o armate del popolo Oromo.

Il 25 Tiqimt 2013 (corrispondente al 04 novembre 2020 secondo calendario gregoriano) il Oromo Liberation Army – OLA ha ripreso la lotta armata contro il governo federale dopo aver compreso che la pace stipulata con il Premier Abiy nel 2019 risultava l’ennesimo inganno. Per imporre il dominio etnico dei nazionalisti Amhara, il Premier ha distrutto la leadership politica Oromo tramite arresti di massa ed eliminando i principali partiti Oromo dalla competizione elettorale dello scorso giugno.

La comunità internazionale è concentrata sulla guerra civile iniziata in Tigray, successivamente espansa nelle regioni Amhara e Afar, rendendo meno visibile la lotta di liberazione del OLA fino all’annuncio dell’alleanza politica militare con il partito del Tigray: TPLF. Una “dimenticanza” incomprensibile in quanto il movimento armato di liberazione Oromo agisce nella più importante regione del Paese grande come la Germania, densamente popolata e ospitante la capitale Addis Ababa. L’alleanza tra OLA e TPLF è stata attuata con il chiaro intento di destituire il Primo Ministro etiope e ricostruire le basi del preesistente equilibrio di potere della Federazione, aumentando la rappresentanza Oromo.

Alcuni media dipingono il OLA come un movimento armatogiovane, immaturo e male armato. Al contrario il OLA è stato fondato nel 1973, in contemporanea con la sua ala politica: il Oromo Liberation Front (OLF) ed ha partecipato alla lunga guerra di liberazione dal sanguinario regime del DERG guidato da Mengistu. Ha successivamente protratto una guerra di guerriglia contro la coalizione di governo EPRDF (Ethiopian People’s Revolutionary Democratic Front) guidata dal TPLF dopo un solo anno di coabitazione nel 1991. All’epoca il EPRDF aveva creato un partito Oromo fantoccio: il OPDO (Oromo People’s Democratic Organisation) per sostituire il partito realmente rappresentativo in Oromia: il OLF.

I partigiani Oromo del OLA sono esperti guerriglieri, estremamente motivati ma soffrono di una debolezza negli armamenti. Non possiedono unità corazzate vere e proprie batterie di cannoni a lungo raggio o postazioni mobili lancia razzi multiple di origine sovietica, conosciute nella seconda guerra mondiale come “Organo di Stalin”. Spesso combattono con le sole armi a disposizione dei reparti di fanteria e si muovono su mezzi improvvisati. Questa debolezza negli armamenti viene compensata dalla conoscenza del terreno, dal supporto popolare e da una estrema mobilità che gli permette di attaccare su tutto il territorio della Oromia, paralizzando l’accesso intorno alla capitale Addis Ababa e, recentemente, il corridoio stradale che collega la capitale con il porto keniota di Lamu.

Per combatterli il regime etiope ha istituito posti di comando suddividendo la regione in zone militari governate dallo stato di emergenza (mai ufficialmente dichiarato) al fine di permettere all’esercito federale azioni rapide contro i partigiani Oromo. Fino allo scorso giugno i federali e le milizie Oromo fedeli al Prosperity Party erano appoggiati da reparti eritrei. Al ritiro di quest’ultimi, le azioni militari e le relative vittorie del OLA si sono triplicate. Attualmente il OLA controlla vasti territori della regione Oromia. Per una serie di circostanze “favorevoli” compresa la debolezza mediatica del OLA, il regime di Addis Ababa riesce a nascondere gli innumerevoli crimini di guerra commessi in questi ultimi 10 mesi contro la popolazione civile nell’Oromia.

Al contrario dei “distratti” media occidentali, il regime del Prosperity Party prendere moto sul serio la ribellione Oromo. In primo luogo perché l’Oromia dal 2012 è stata il principale teatro di contestazione sociale che portò a sconvolgimenti politici che hanno permesso l’ascesa al potere del Premier Abiy. In secondo luogo perché l’Oromia è la regione di origine di Abiy che cerca con tutti i mezzi di garantirsi il supporto popolare, ormai totalmente eroso a causa della sua alleanza politica militare con gli estremisti nazionalisti Amhara e il dittatore eritreo Isaias Afwerki. La maggioranza degli Oromo considera Abiy come un traditore.

Il punto di rottura tra Abiy e gli Oromo è avvenuto con l’omicidio di Stato del famoso cantante e attivista Oromo Hacaaluu Hundeessaa, avvenuto il 29 giugno 2020 che ha innescato grandi manifestazioni di proteste, represse nel sangue per diretto ordine del Premio Nobel per la Pace. I dati ufficiali parlano di oltre 250 protestanti Oromo uccisi dalla polizia federale e di oltre 10.000 prigionieri politici, tra cui la maggioranza dei leader politici Oromo. Secondo l’associazione Gruppo di Supporto dell’Oromia i civili uccisi sarebbero stati 2.393.

Il massacro è stato ordinato da uno di noi: Abiy alla testa del governo. Per questo l’esercito di liberazione Oromo sta attirando moltissimi giovani che vedono nel OLA l’unica possibilità di far valere i diritti civili della propria etnia tramite la lotta armata” fa notare il Gruppo di Supporto Oromia.

L’arruolamento dei giovani partigiani (Qeerroo) è costante tutt’ora ma rimane difficile valutare il reale numero di soldati di questo esercito che opera in varie zone della Oromia a circa 200 km dalla capitale etiope. Nel maggio 2021 il OLA era giunto a soli 80 km da Addis Ababa ma è stato successivamente respinto dai federali grazie all’apporto delle truppe eritree.

L’alleanza con il TPLF ha aumentato la capacità militare del OLA. Ufficialmente tra i due partiti politici / militari vi sarebbe solo uno scambio di intelligence. In realtà i partigiani OLA hanno partecipato a varie azioni belliche in Amhara in sostegno dell’esercito regolare del Tigray: TDF. Da fonti riservateapprendiamo che il OLA riceve continui rifornimenti dal Sudan e dall’Egitto. Al momento il OLA non è in grado di attaccare e conquistare la capitale Addis Ababa ma sta studiando la metodologia più adatta per la creazione di cellule combattenti nella capitale al fine di attivarle al momento opportuno.

Nel 1991 l’alleanza TPLF e OLA fu determinante per la caduta del regime del DERG. Oggi si potrebbe ripetere lo stesso risultato. È difficile fare previsioni militari su una eventuale vittoria TPLF / OLA a causa della volatilità dei combattimenti sui vari fronti in Amhara, Afar e Oromia. L’unico dato certo è il rapporto di forza di una futura coalizione di governo che potrebbe nascere qualora le forze democratiche etiopi riuscissero a sconfiggere il regime del Prosperity Party. La dirigenza Tegaru del TPLF è ben consapevole dell’impossibilità di ricreare una coalizione simile al EPRDF da loro controllata, come è stato durante il lungo periodo al potere: 1991 – 2019. In un qualsiasi governo di coalizione i partiti Oromo godranno di una vasta e reale rappresentanza se si vuole salvare il sistema federale e l’unità dell’Etiopia. La liberazione del paese è l’unica speranza per il popolo Oromo di conquistare la meritata dignità ed avviare un reale sviluppo socio economico. Sotto il Premier Nobel per la Pace il loro destino è segnato: rimanere eterni cittadini di serie B.

Il governo federale, consapevole del pericolo che OLA rappresenta sta preparando una grande offensiva militare in Oromia per l’inizio di ottobre che sarà in contemporanea all’offensiva in Amhara contro l’esercito regolare del Tigray. Il premier Abiy è convinto di ottenere la vittoria finale contro TPLF e OLA e conta sui droni da guerra turchi che dovrebbe ricevere entro le prossime settimane e al decisivo appoggio delle truppe eritree. Durante il capodanno etiope, celebrato lo scorso 11 settembre, Abiy si è rivolto all’esercito federale incitando a massacrare senza pietà i nemici dell’Etiopia. In ottobre si prevede un’escalation della guerra e delle violenze sulla popolazione civile da parte del regime etiope, già ampiamente illustrate in questi giorni dalla CNN. L’appello alla pace del Santo Padre in occasione del capodanno etiope è stato ignorato e sostituito dalla dirigenza nazionalista Amhara ad appelli di odio etnico contro la popolazione etiope di origine Tegaru e Oromo.

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