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Etiopia, nuova ondata di arresti per motivi etnici ad Addis Abeba

A seguito dello stato d’emergenza, dichiarato il 2 novembre e approvato dal parlamento due giorni dopo, le forze di sicurezza della capitale dell’Etiopia Addis Abeba hanno scatenato un’ondata di arresti contro persone di etnia tigrina.
Molti degli arrestati sono detenuti senza accusa né processo e senza poter contattare i loro avvocati.
Gli arresti, diverse centinaia se non migliaia, sono eseguiti al termine di perquisizioni casa per casa o in strada, a seguito dell’esibizione della carta d’identità.
Le prigioni e le stazioni di polizia sono talmente piene che alcuni preti ortodossi e un avvocato sono trattenuti in carceri minorili o in altre strutture detentive informali.
Lo stato d’emergenza, va ricordato, consente l’arresto di chiunque sia “ragionevolmente sospettato” di cooperare con “gruppi terroristici”, senza revisione giudiziaria e per una durata di sei mesi.
Tra le persone arrestate ad Addis Abeba figurano due impiegati delle Nazioni Unite. A Semera, nella regione di Afar, sono stati arrestati 72 autisti di camion delle Nazioni Unite.
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