Amnesty International ha sollecitato gli stati membri del Consiglio delle Nazione Unite dei diritti umani affinché rinnovino il mandato della Commissione internazionale di esperti delle Nazioni Unite sui diritti umani in Etiopia e mantengano l’attenzione internazionale sul paese.
La Commissione è stata istituita il 17 dicembre 2021 con l’obiettivo di indagare sulla violazione dei diritti umani legate al conflitto armato nella regione del Tigrè, iniziata il 3 novembre 2020 e diffusasi nelle regioni di Amhara e Afar.
Il destino della Commissione l’unico meccanismo investigativo indipendente e credibile rimasto in Etiopia, sarà deciso nella 54ª sessione del Consiglio, attualmente in corso.
Il tutto avviene in un contesto di crisi evidenziato nel rapporto pubblicato il 18 settembre dalla stessa Commissione, che ha indagato e verificato 54 casi di uccisioni di massa commesse dalle Forze armate eritree e dalle Forze armate etiopi nella regione del Tigrè. Il rapporto sottolinea che le uccisioni nel Tigrè sono avvenute “nel contesto di un assedio, durante il quale le Forze armate etiopi e le Forze armate eritree hanno interrotto deliberatamente la fornitura di cibo, medicinali e altri servizi essenziali, tra cui il sistema bancario, le telecomunicazioni, l’elettricità e il commercio”.
Il rapporto evidenzia anche che la violenza sessuale e di genere, principalmente attraverso stupri di gruppo e riduzione in schiavitù sessuale nei confronti di donne e ragazze, persiste nelle regioni colpite dal conflitto.
Il rapporto conclude inoltre che il governo etiope “ha fallito nel portare avanti in modo efficace le indagini sulle violazioni dei diritti umani e ha avviato un processo di consultazione difettoso sulla giustizia di transizione”, in relazione al conflitto armato.
Quanto è emerso è in linea con l’ultimo rapporto di Amnesty International sulle recenti violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani intitolato: “Oggi o domani, dovrebbero essere portati di fronte alla giustizia – stupri, schiavitù sessuale, esecuzioni extragiudiziarie e saccheggi delle Forze armate eritree in Tigray”. Le ricerche di Amnesty International indicano la persistenza di gravi violazioni dei diritti umani anche dopo la firma dell’accordo di accordo di pace.
Il rapporto della Commissione dice chiaramente che questo non è il momento per le Nazioni Unite di abbassare il livello di attenzione nei confronti dell’Etiopia. Farlo significherebbe favorire l’impunità e abbandonare le vittime di gravi violazioni dei loro diritti, stabilendo un precedente per la capacità delle Nazioni Unite di esercitare un controllo significativo sulle crisi dei diritti umani in altre parti del mondo.
Per questo, è fondamentale che il Consiglio approvi una risoluzione che proroghi il mandato della Commissione.