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Il fronte torna caldo nel Tigray. Finbarr O RelIv/ The New York Times/Redux/Eyevine

Etiopia, Tigray: la tregua non tiene, si riaccende il conflitto

Tigray. “Dopo 5 mesi di cessate il fuoco, alle 05.00 del mattino di oggi si è registrato l’inizio di un attacco sul confine meridionale della regione” questo è quanto riportato dal portavoce del Tplf Getachew Reda nelle prime ore del mattino.

L’operazione sarebbe su larga scala, con truppe provenienti dal Wollo via Alamata e attraverso la Regione Afar via Semera. Come durante l’avvio della campagna a Novembre 2020, la notizia è stata preceduta da un comunicato del Ministero della Difesa, rivolto ai media.

Il comunicato del Ministero della difesa etiope con il quale si mettono in guardia i media di non diffondere false informazioni
Il comunicato del Ministero della difesa etiope con il quale si mettono in guardia i media di non diffondere false informazioni

Il comunicato metteva in guardia i media locali di non prestarsi alla diffusione di informazioni false o non del tutto attinenti alla realtà.

Anche nei giorni scorsi, le agenzie governative avevano allertato media e cittadini sulla presenza di false informazioni riguardanti le operazioni dell’esercito federale, anticipando l’attacco alle truppe del TDF nella città di Dedebit, poi confermato dal comando centrale del Tigray, che aveva immediatamente escluso l’incidente e aggiunto come “solo il governo etiope sarà responsabile di un secondo round di una guerra distruttiva”.

Il comunicato del Comando centrale del Tigray
Il comunicato del Comando centrale del Tigray

Le associazioni della diaspora tigrina nel mondo, con un nota stampa congiunta pubblicata su Omna Tigray, hanno denunciato le violazioni della tregua da parte di Addis Abeba.

Ma cosa sappiamo esattamente di cosa sta accadendo?

Le notizie in nostro possesso sono come sempre parziali, ciò di cui siamo sicuri è che nei giorni scorsi vi sono stati movimenti di truppe da entrambe le parti.

Due giorni fa, avevamo denunciato il movimento di truppe del’ENDF via Kobo verso il confine con il Tigray e un rafforzamento delle posizioni nella regione Afar, con l’arrivo di nuove forze aeree nella base di Semera.

Un carro armato distrutto lungo la direttrice A2, a confine tra Tigray e Regione Ahmara
Un carro armato distrutto lungo la direttrice A2, a confine tra Tigray e Regione Ahmara

Movimenti che avevano scatenato la reazione del Comando centrale del Tigray, che aveva risposto preannunciando di poter tornare a rioccupare le zone di confine con la regione confinante, così come nell’ultima fase del conflitto (Erebti e Megale).

Il tweet del portavoce del Tplf, Getachew Reda, attraverso il quale denuncia l'attacco di questa mattina sul fronte meridionale.
Il tweet del portavoce del Tplf, Getachew Reda, attraverso il quale denuncia l’attacco di questa mattina sul fronte meridionale.

A riportare per primo tali movimenti è stato il portavoce del Tplf Getachew Reda, che con un tweet ha denunciato attacchi sul fronte meridionale alle posizioni tigrine, attacchi che -a sua detta- sarebbero il preludio di una ripresa di un conflitto su larga scala.

Alcune fonti, che vogliono rimanere anonime, ci avevano allertato nei giorni scorsi, dell’arrivo nella città di Kobo ed Alamata, a confine con il Tigray, di forse speciali ahamara, di milizie Fano e di truppe dell’ENDF.

I movimenti, che pochissimi sono riusciti a documentare, hanno allertato immediatamente gli osservatori, ben consci che tali operazioni avrebbero potuto precedere azioni di ben altra grandezza.

Tigrai Television, un media controllato dal governo del Tigray, ha riferito nelle prime ore del giorno che “le forze etiopi insieme alle forze speciali e alle milizie Amhara hanno iniziato un attacco su larga scala intorno alle 5:00 del mattino”, notizia confermata anche da Reuters poche ore dopo.

Le parti continuano ad accusarsi a vicenda di provocazioni e azioni premeditate.

Dopo due anni di guerra, che ha causato oltre 500mila morti e migliaia di feriti, milioni di sfollati interni e oltre 70mila all’estero; che ha provocato una crisi umanitaria senza precedenti, mettendo a rischio sicurezza alimentare milioni di persone in tutto il nord del paese (regione Ahmara e Afar comprese) un’uscita politica e diplomatica dal conflitto si allontana ancora una volta.

Truppe del TDF in movimentazione
Truppe del TDF in movimentazione

Ciò che è chiaro è che la mediazione dell’Unione Africana e della Comunità Internazionale non ha sortito alcune effetto tra le parti in causa.

Ancora una volta, l’arrivo degli aiuti umanitari e la ripresa dei servizi essenziali nella regione, passa in secondo piano. La guerra si riprende il palcoscenico, la gente muore.

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