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Egitto: Ahmed Douma, da nove anni in carcere solo per aver difeso i diritti

Ahmed Douma, poeta e attivista, inizia oggi il suo nono anno in carcere, di cui sei anni e mezzo trascorsi in isolamento, senza poter comunicare con altri prigionieri e nonostante l’allarmante deterioramento della sua salute.
Douma non ha alcuna speranza di un rilascio poiché tutte le porte giudiziarie e ufficiali gli sono state chiuse in faccia, con estrema intransigenza.
E’ stato preso di mira per il suo ruolo di primo piano nella rivoluzione egiziana del 25 gennaio 2011 e il suo attivismo nell’opposizione ai successivi regimi dittatoriali al potere in Egitto.
Dopo processi politici vendicativi, che mancavano degli standard minimi di giustizia e integrità, e le occasioni negate per poter presentare la sua difesa – due suoi avvocati sono stati sottoposti a molte restrizioni e abusi e la Corte ha deferito la squadra difesa di Douma alla pubblica accusa – l’attivista non ha mai potuto parlare in aula,
Il giudice ha lanciato nei suoi confronti un attacco definendolo terrorista e chiedendo in cassazione di respingere  il ricorso presentato contro la sua condanna,.
Douma è stato anche sottoposto a ripetuti attacchi, in cui è rimasto ferito rischiando più volte la vita, sia da parte di poliziotti che di detenuti accusati di appartenenza all’ISIS.
Il giudice ha rifiutato di consentire a Douma di parlare anche quando è apparso in tribunale ferito, rigettando  la sua richiesta di provare uno degli episodi di aggressione subito.
A casina della sua detenzione Douma ha divorziato dalla moglie tre anni fa e prima ancora era stato licenziato dal suo lavoro di conduttore per un canale satellitare.
È stato anche cacciato, subito dopo il suo arresto, dal Consiglio Supremo della Cultura con l’accusa di aver violato la legge sulle proteste.
Le sue condizioni di salute si sono deteriorate a causa della lunga prigionia e delle dure condizioni detentive, tra le patologie accertate rugosità ed erosione delle articolazioni del ginocchio, infezioni articolari e infiammazione cronica dei nervi. Ha inoltre riportato la distorsione delle vertebre posteriori  e soffre di aritmia, nonché di ulcere allo stomaco e all’esofago.
Alla luce dell’insistenza dell’amministrazione penitenziaria a negargli un letto o un materasso adatto alle sue condizioni, nonostante le raccomandazioni del medico carcerario, Douma ha riportato piaghe dolorosissime.
I servizi di sicurezza egiziani hanno anche sequestrato copie del libro “Curly”, opera che contiene le poesie di Douma scritte durante il’isolamento nel corso degli anni, alla Fiera del libro del Cairo e ne hanno impedito la vendita e la distribuzione. E per il terzo anno consecutivo gli è stato proibito di iscriversi agli studi post-laurea dall’interno della sua prigione.
Insomma una vera e propria persecuzione per Douma, che entra nel suo nono anno di prigione come punizione per il suo attivismo politico e per vendicarsi del suo ruolo nella rivoluzione del 25 gennaio.
Le organizzazioni per i diritti umani  chiedono alle autorità egiziane di rilasciarlo immediatamente.
Appello che sosteniamo e rilanciamo.

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