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Diritti umani, dopo Arabia Saudita tocca all’Egitto. Italia applichi legge 185 del 1990

Pochi giorni fa Il governo italiano, ricordandosi di una propria legge, la legge 185 del 1990, che vieta la vendita di armi a Paesi coinvolti in conflitti armati e in violazioni dei diritti umani, ha deciso la revoca di oltre 12.700 bombe, autorizzate e non ancora consegnate agli arsenali sauditi ed emiratini.
Stiamo parlando di alcune di quelle bombe di nostra produzione che i sauditi scaricano da anni sulla popolazione inerme dello Yemen, il Paese più povero al mondo, che vive da anni una tragedia umanitaria. Ma la mano assassina dell’Arabia Saudita non si ferma al solo Yemen e si estende alla repressione violenta dei diritti umani al proprio interno: attiviste torturate e detenute per aver chiesto di guidare, galere per gli oppositori, donne sottoposte ancora al sistema del guardiano, migranti in condizioni di schiavitù, miroranze religiose represse, record ogni anno di esecuzioni pubbliche.
Notate bene che questa Arabia Saudita è la stessa di cui, per ironia della sorte quasi contemporaneamente alla decisione di revoca presa dal governo italiano, Renzi, un rappresentante del popolo italiano in parlamento, in occasione del noto incontro con il principe ereditario saudita, ha tessuto le lodi, dietro lauto compenso, ovviamente. Invece Renzi non ha smentito se stesso ed è lo stesso che aveva già definito al-Sisi una grande statista e che ora ha pronosticato un prossimo rinascimento saudita, definendo anche il principe ereditario un grande.
Al di là del penoso e grave discorso di Renzi, rimangono due ulteriori passaggi su cui impegnare l’azione estera dell’Italia. L’estensione della revoca di armamenti all’Arabia Saudita anche ad altri Stati membri della coalizione che bombarda lo Yemen. E infine, l’applicazione della legge 185 anche all’Egitto, come viene chiesto da tempo da molte associazioni e dai genitori di Giulio Regeni, che, proprio a causa del non rispetto della Legge 185 da parte del Governo italiano, un paio di settimane fa ne hanno deciso la denuncia alla magistratura.
Senza dimenticare, ovviamente, la ingiusta e prolungata detenzione di Patrick Zaki.

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