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Covid-19, leader sunnita in Ghana: colpa di omosessuali e transgender

Anche in tempi di grande emergenza sanitaria siamo costretti a raccontare di un’altra ‘malattia’, l’omofobia, che in Africa purtroppo è diffusa in gran parte dei paesi. Come in Ghana, dove il leader di Muslim Mission dà la colpa del Covid-19 a omosessualità e transgenderismo, definendoli atti abominevoli.
Nel paese africano sono stati confermati finirà 137 casi di Covid-19, tra cui 4 morti. Questi gli ultimi dati ufficiali relativi al Ghana, forniti ieri dal Sistema sanitario nazionale (Ghs) a poco meno di 48 ore dalla Giornata nazionale di preghiera e digiunoindetta dal presidente Nana Akufo-Addo per domandare a «Dio di proteggere la nostra nazione e salvarci da questa pandemia».

Un invito che, rivolto «a tutti i ghanesi, cristiani e musulmani», è stato accolto coralmente nel Paese dell’Africa occidentale subsahariana e messo minuziosamente a punto dal ministero della Chieftaincy e degli Affari religiosi attraverso 10 punti di preghiera diversificati per gli esponenti delle due religioni monoteistiche.

Accogliendo l’appello dell’imam capo del Ghana, il 97enne Osmanu Nuhu Sharubutu, l’oltre 17% della popolazione ghanese musulmana ha osservato un secondo giorno di preghiera e digiuno il 26 marzo. Sulle misure comportamentali relative alle due giornate lo sceicco Amin Bonsu, presidente della Ghana Muslim Mission, che è la più importante organizzazione sunnita del Paese, ha diramato il 25 un comunicato in cinque punti.

Nel quarto viene affermato: «È importante per noi riconoscere i nostri peccati contro il mondo, in particolare gli atti più abominevoli come omosessualità, lesbismo, transgenderismo, distruzione di bacini idrici e foreste».

Non senza sottendere un rapporto di causa-effetto tra osservanza complessiva delle cinque misure e fine della pandemia come rilevato nella conclusione: «Credo che queste misure ci porteranno misericordie di Allah e aiuti nella lotta contro la pandemia in Ghana e nel resto del mondo».

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