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Costa d’Avorio, Eni avvia l’estrazione di gas e petrolio dal giacimento offshore di Baleine

A due anni dalla scoperta del giacimento offshore di Baleine, ad una cinquantina di chilometri dalla costa ivoriana, il governo della Costa d’Avorio e la multinazionale italiana Eni hanno ufficializzato l’avvio della prima fase produttiva. L’amministratore delegato della compagnia petrolifera italiana, Claudio Descalzi, ha specificato che “Questi tempi di messa in servizio rappresentano un record nel nostro settore”.

Il giacimento di Baleine, che è gestito in collaborazione con la società pubblica ivoriana Petroci Holding, rappresenta la più grande scoperta di idrocarburi nel bacino sedimentario ivoriano e, stando alle previsioni, le prime consegne ammonteranno a 15.000 barili al giorno di petrolio e a 25 milioni di piedi cubi di gas naturale al giorno, per arrivare nel 2026 a 150.000 barili di petrolio quotidiani.

Con risorse stimate in 2,5 miliardi di barili di petrolio greggio e 3.300 miliardi di piedi cubi di gas naturale, questo deposito offshore consente al Paese africano di moltiplicare per 20 le sue riserve di “oro nero”. Pertanto, l’obiettivo ivoriano è diventare un produttore “significativo” del continente, anche grazie ad infrastrutture che ottimizzano il processo produttivo. Ad esempio, il gas naturale sarà trasportato a terra attraverso un gasdotto di nuova costruzione, in modo che, ha affermato Mamadou Sangafowa Coulibaly, il ministro ivoriano delle Miniere, del Petrolio e dell’Energia, “la Costa d’Avorio potrà soddisfare la domanda del mercato interno dell’elettricità, ma anche rafforzare il suo ruolo di hub energetico nella subregione”.

Sul piano economico, attualmente Eni detiene una partecipazione del 90% nei blocchi CI-101 e CI-802 – dove si estende il giacimento di Baleine –, contro il 10% di Petroci, ma dopo l’ammortamento degli investimenti la quota di utili netti della compagnia italiana passerà al 48%, rispetto al 52 % dello Stato ivoriano.

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