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Corno d’Africa, notizie dal fronte della guerra in Oromia. Ignorata dall’Occidente

Dal febbraio 2021 sono riprese le ostilità tra il governo centrale etiope e Oromo Liberation Army (OLA), scatenando un secondo conflitto in Etiopia che dura da 4 mesi. Ben armati e riorganizzati i guerriglieri OLA in marzo erano a 80 km da Addis Ababa e sono stati respinti solo grazie all’intervento delle truppe eritree in difesa della capitale. Una guerra che non esisterebbe secondo il Premier etiope Abiy Ahmed Ali e, inspiegabilmente ignorata dai media internazionali.

In questi giorni assistiamo ad una escalation dei combattimenti nello stato della Oromia dove vive il 40% della popolazione etiope in concomitanza con l’offensiva del TPLF in Tigray e le elezioni del 21 giugno. Riportiamo di seguito la cronologia degli avvenimenti bellici avvenuti in Oromia durante queste ultime due settimane a seguito di notizie fornite da diverse fonti accreditate e sottoposte ad accurate verifiche.

Anche durante le elezioni dello scorso 21 giugno i combattimenti tra truppe federali ed eritree contro il movimento di resistenza OLA sono continuati, costringendo la Commissione Elettorale a non far svolgere le operazioni di voto in almeno 10 colleghi elettorali, che si aggiungono alle decine di seggi in Oromia esclusi dalle elezioni a causa dei combattimenti.

Il Oromo Liberation Army ha lanciato una seconda offensiva militare il 11 giugno che le truppe eritree sono riuscite a contenere. Attualmente sono in corso pesanti combattimenti presso l’area di West Sheva nel distretto di Gindebrarat. Si ha l’impressione che ABO stia puntando su Addis Ababa. Jaal Liban Guracha, comandante della brigata OLA del Fonte Oromia Sud, due giorni fa ha rivendicato a OromiaMedia che le forze di resistenza Oromo starebbero infliggendo pesanti sconfitte alle truppe federali ed eritree.

Il Comandante Guracha riferisce che i federali a corto di uomini stanno obbligando dei civili Oromo a combattere la propria gente dopo un addestramento sommario di pochi giorni. Le unità di civili sarebbero utilizzate in prima linea per i primi attacchi al fine di far consumare proiettili ai partigiani del OLA.

Ha inoltre riferito che il capo della sicurezza del distretto di Bule Hora: il Capitano Ji’oo Sallii, è stato ucciso ieri assieme a 100 soldati federali sotto il suo comando durante un assalto dei partigiani OLA. Il Comandante Guracha ha riferito di non aver subito nemmeno una perdita e ha invitato i media internazionali a recarsi sulla linea di fronte per verificare di persona la situazione.

Se i successi militari rivendicati dal TPLF in Tigray sono ormai accertati, in Oromia la situazione potrebbe essere meno rosea di quella descritta dal Oromo Liberation Army. A conferma del dubbio giungono notizie che le truppe eritree controllano saldamente due postazioni strategiche a Horro Guduru e Chancho Bultuma Assaggee nel distretto di Metekel Zone, aree rivendicate dal ABO sotto il suo controllo. Tuttavia il persistere della presenza delle truppe eritree in Oromia e il loro coinvolgimento diretto negli scontri in corso, testimoniano che la guerriglia OLA rappresenta un reale pericolo per la tenuta del regime etiope.

Testimoni oculari riportano che la compagnia aerea di bandiera Ethiopian Airlines sia utilizzata per trasportare truppe e armi da Addis Ababa a Jumma, la città Oromo che ha doto i natali ad Abiy Ahmed Ali. Ethiopian Airlines è sospettata di essere stata utilizzata per il trasporto di armi dall’Est dell’Europa, Cina e Libano e per il trasporto di truppe e munizioni sul fronte del Tigray in palese violazione del regolamento internazionale dell’aviazione civile.

Membri della società civile etiope riportano violenze sessuali e massacri di civili Oromo perpetuati dai soldati federali di Addis Ababa e dagli eritrei nel distretto di Metekel Zone. “Afwerki e la dirigenza Amhara stanno adottando in Oromia la stessa tattica del ferro e del fuoco utilizzata in Tigray per interrompere il supporto popolare al Oromo Liberation Front” afferma un attivista Amhara della società civile protetto da anonimato.

Nel tentativo di calmare la popolazione dell’Oromia ieri la dirigenza nazionalista Amhara ha ordinato il rilascio di Yaasoo Kabbabaa e altri 4 leader Oromo prigionieri dal agosto 2020. Ordine diligentemente firmato dal Premier Abiy dopo aver ricevuto gli ordini dai suoi superiori in comando.

Abiy Ahmed Ali, ormai relegato a figura di rappresentanza dal dittatore eritreo Isaias Afwerki e dai dirigenti Amhara: Agegnehu Teshager e Temesgen Tiruneh, continua ad affermare che non vi sono combattimenti in Oromia.

Il Oromo Liberation Army, è il braccio armato del Adda Bilisummaa Oromoo – ABO (conosciuto in occidente come Oromo Liberation Front – OLF) fondato nel 1973 dai nazionalisti Oromo per promuovere l’autodeterminazione per il popolo Oromo che vive nell’attuale stato dell’Oromia e nella zona dell’Oromia nella regione di Amhara territorio.

Il ABO ha uffici ad Addis Abeba, Washington, D.C. e Berlino da dove gestisce le stazioni radio amariche e oromo. Lo scorso marzo ha deciso di non partecipare alle elezioni del 21 giugno considerate non inclusive e non democratiche. La maggioranza dei dirigenti del ABO sono in prigione arrestati nel luglio 2020 dopo la sanguinosa repressione delle manifestazioni Oromo a seguito dell’esecuzione extragiudiziaria ordinata dal Premier etiope del famoso cantante e attivista Oromo: Haacaaluu Hundeessaa.

Nel 2018 OLA si è separato dal ABO, rifiutando l’accordo di pace stipulato con il governo centrale etiope. Tra il 2018 e il 2020 i guerriglieri OLA hanno lanciato una serie di attacchi in Oromia subendo una offensiva da parte delle Ethiopian National Defense Force (ENDF) che aveva decimato le unità combattenti ribelli costringendole a nascondersi in zone remote della Oromia.

Improvvisamente il OLA ha ripreso le ostilità lo scorso febbraio mettendo sul campo migliaia di nuovi combattenti reclutati di recente con un impressionante armamento, probabilmente ricevuto da Egitto e Sudan. Gli attuali scontri in Oromia sembrano avere una intensità tale da non giustificare una vera e propria offensiva militare da parte del OLA in grado di minacciare la capitale. Tuttavia la guerriglia OLA rappresenta un serio problema e un secondo fronte bellico che obbliga il governo centrale e l’esercito eritreo a distogliere truppe dal Tigray per farle combattere in Oromia.

Nostre fonti locali affermano che dallo scorso marzo il Adda Bilisummaa Oromoo abbia abbandonato il suo obiettivo di separare l’Oromia dall’Etiopia per puntare ad una politica di autodeterminazione all’interno della Federazione etiope unendosi ad altre formazioni politiche e ribelli contro il tentativo di dominio etnico della dirigenza nazionalista Amhara. Si sospetta che ABO abbia stretto un’alleanza politica militare con il TPLF. Le due formazioni politico guerrigliere hanno già combattuto insieme dal 1986 al 1991 contro il regime stalinista del DERG.

L’offensiva dell’esercito del Tigray in corso in questi giorni dovrebbe facilitare la guerriglia del OLA in quanto il dittatore eritreo Afwerki è stato costretto a spostare una intera divisione dall’Oromia per impiegarla in Tigray nella speranza di fermare l’offensiva del TPLF che ora minaccia la capitale tigrigna di Mekelle.

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