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Coppa d’Africa di calcio, finale tra Costa d’Avorio e Nigeria. Calciatori congolesi denunciano violenze nell’Est

Domenica prossima, 11 febbraio 2024, la finale della Coppa d’Africa di calcio sarà giocata tra le squadre nazionali di Nigeria e Costa d’Avorio, che è anche il Paese ospitante del torneo.

Nelle due semifinali giocate ieri, la Costa d’Avorio ha battuto per 1-0 la Repubblica Democratica del Congo, mentre nell’altra partita la Nigeria si è qualificata superando ai calci di rigore la squadra del Sudafrica.

In passato gli ivoriani hanno vinto due volte la coppa, mentre i nigeriani tre.

Al di là degli aspetti sportivi, la partita tra Costa d’Avorio e RDCongo si è distinta anche per un episodio politico: prima del fischio d’inizio, al momento dell’inno nazionale, gli undici calciatori congolesi hanno compiuto un atto plateale “per denunciare il genocidio in corso nell’est del Paese“. I giocatori hanno fatto il gesto della pistola puntata alla tempia con la mano sinistra e, con la destra, quello di un bavaglio davanti alla bocca, a significare che la popolazione locale viene uccisa nel silenzio e nell’indifferenza generale. Anche l’allenatore del team e alcuni tifosi in tribuna hanno effettuato la medesima azione:

L’azione ha avuto una grandissima eco sui social media e, stamattina, sui giornali congolesi, ma non c’è unanimità sulla sua interpretazione: esattamente, chi sta compiendo il genocidio? Secondo i filogovernativi, la responsabilità è del gruppo ribelle M23, che sarebbe tacitamente sostenuto dal Rwanda:

Per i congolesi filo-ribelli, invece, le violenze sarebbero dell’esercito ufficiale e degli altri gruppi armati affiliati che, come negli ultimi giorni, avrebbero la responsabilità di alcuni pesanti bombardamenti su determinate località del Nord Kivu, in cui sono morti diversi civili:

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