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Congo Brazzaville, alle presidenziali in vantaggio Sassou Nguesso

Primo turno delle elezioni presidenziali regolare in Congo – Brazzaville dove il presidente Denis Sassou-Nguesso è in testa nella maggior parte dei seggi nelle operazioni di spoglio delle elezioni presidenziali, tenute domenica nel Paese.
Con il 40 per cento delle schede consegnate nei 86 distretti congolesi, ha riferito la Commissione elettorale, il capo dello Stato appare in vantaggio e in alcune zone ha ottenuto la totalità dei voti.
A favorire il presidente uscente la morte del principale oppositore, Guy-Brice Parfait.
Il 77enne capo di Stato potrebbe quindi a breve intraprendere un quarto mandato di cinque anni che, grazie a modifiche costituzionali, gli consentirebbe di ricandidarsi ancora e perpetuare il suo dominio sull’ex Congo francese fino al 2031. In Africa già ora lo battono per longevità solo i leader di Guinea equatoriale e Camerun e con 47 anni al potere supererebbe perfino i defunti Muammar Gheddafi (quasi 42 anni in Libia) e l’imperatore etiope Hailé Selassie (44). Sassou-Nguesso ha di fronte sei sfidanti, tra cui il sessantenne ex-ministro Guy Brice Parfait Kolélas, figlio di un suo passato rivale. Ma la principale forza di opposizione, l’Unione panafricana per la democrazia sociale (Upads), non ha presentato candidati contro l'”imperatore”, per palese scoraggiamento. Due candidati d’opposizione della precedente tornata, quella del 2016, stanno scontando 20 anni di prigione per aver contestato l’esito del voto che confermò in carica “l’elefante” (un altro dei soprannomi di Nguesso). Arresti, tra cui quello del direttore di un giornale satirico, che si sono moltiplicati all’avvicinarsi di questa elezione. L’astensione è stata elevata, come previsto.
La Repubblica del CONGO, che si distingue da quella “democratica” (Rdc) con capitale Kinshasa e dove è morto l’ambasciatore Luca Attanasio, è il terzo maggior produttore di petrolio dell’Africa subsahariana, ma è piagato dalla corruzione, denunciano ong. Il calo del prezzo del greggio ha portato recessione aggravata dal Covid (-8% il Pil 2020 secondo una previsione Fmi) e povertà in aumento di tre punti.

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