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Burundi, al via la campagna vaccinale contro il Covid-19

Giovedì 7 ottobre il ministro burundese della sanità pubblica e della lotta contro l’AIDS, il dottor Thaddée Ndikumana, ha dichiarato che «tra il 25 ottobre e la prima metà di novembre saranno disponibili in Burundi le prime dosi di vaccini contro il Covid-19». Si tratta di 2 milioni e 400 mila dosi su una popolazione di quasi 12 milioni di abitanti.
Per il Burundi, si tratta di una vera e propria svolta a 180° rispetto a pochi mesi fa, mentre si trova ad affrontare una violenta ondata pandemica che sta imperversando da metà luglio. Gli ospedali sono sovraffollati e alcuni pazienti in condizioni gravi stanno morendo senza la possibilità di cure adeguate o di accedere a dei respiratori. Ciò ha condotto alla circolazione di sospetti sull’entità esatta della malattia nel Paese: secondo molte fonti, le cifre ufficiali sarebbero minimizzate, perché vi sarebbero un gran numero di decessi non registrati e molti positivi non conteggiati. Comunque sia, stando alle statistiche istituzionali più recenti, la curva di tali dati mostra comunque una preoccupante crescita esponenziale negli ultimi due mesi.
Il ministro Ndikumana ha specificato che la vaccinazione sarà volontaria e che questa campagna sarà possibile grazie alla convalida del Piano nazionale contro il Covid-19 e al sostegno di vari organi internazionali: la Banca Mondiale ha finanziato il progetto rendendo disponibili 2.400.000 dosi di vaccini anti-Covid-19, la Cina ne ha promesse altre 500.000, così come la Francia, il Belgio e la Serbia. Un ulteriore partner è l’Unicef, che già opera ampiamente nel Paese per la vaccinazione contro altre malattie, il quale si sta organizzando per identificare i siti di vaccinazione e per formare gli operatori sanitari che compiranno praticamente le inoculazioni.

Quel che ancora non è noto è il tipo di vaccino che verrà somministrato in Burundi, ma il ministro ha assicurato che non sarà quello “meno efficace”. Tuttavia, il governo ha sottolineato che la popolazione deve rigorosamente rispettare i “gesti barriera”, mentre in alcune località, come le chiese e i mercati di Rumonge, dal 28 settembre è diventato obbligatorio indossare una mascherina.
La prospettiva dell’avvio concreto della campagna vaccinale ha indotto la Gran Bretagna a rimuovere il Burundi, a partire dall’11 ottobre, dalla “lista rossa” dei Paesi da cui non è permesso arrivare senza una quarantena obbligatoria in un albergo individuato dalle istituzioni e il risultato negativo di due test molecolari, anche se si è completamente vaccinati.

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