vai al contenuto principale

Burkina Faso, arrestato il presidente Kaboré che chiede dialogo con militari

Un nuovo colpo di stato in Burkina Faso, il terzo dal 2014, ha gettato il Paese del Sahel nel caos.
Gia da sabato la tensione era apparsa alta, poi l’arresto del presidente Christian Roch Kaboré, che aveva lanciato un appello agli esponenti delle forze armate a non fare passi azzardati, questa mattina.
L’epilogo al termine di un fine settimana di scontri e ammutinamenti, stando almeno a quanto affermato da fonti militari rilanciate dai media locali e internazionali.
A guidare il colpo di Stato il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba.
Questa nuova svolta militare affonda le proprie ragioni in una situazione sempre più difficile per il Paese, sia sotto il profilo della sicurezza che sotto quello economico e politico. Le richieste degli ammutinati nei campi militari di Ouagadougou disegnano, in tal senso, proprio un quadro di questo tipo: i militari chiedono infatti “mezzi appropriati” per combattere il terrorismo di matrice islamista. Armi e munizioni, certo, ma anche stipendi piu’ alti e regolari per competere con i gruppi terroristici, che pagano meglio del governo, e un miglior addestramento. Quello di queste ore è il terzo colpo di Stato da quando Blaise Compaore’ ha perso il potere, nel 2014, detenuto dal 1987. Dal 2015, il Paese sta affrontando un aumento degli attacchi terroristici che hanno fatto molte vittime e provocato oltre 1,4 milioni di sfollati interni, secondo il governo. La situazione della sicurezza si e’ deteriorata ulteriormente negli ultimi mesi, con diversi attacchi contro l’esercito e i civili. Inoltre, oltre 500 soldati sono morti dall’inizio delle violenze. Gli attacchi hanno anche causato la chiusura di 2.244 scuole e interessano 304.564 studenti in diverse regioni del Paese, a partire dal 28 maggio 2021.

Torna su