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Africa occidentale e centrale: gli attacchi contro chi denuncia la corruzione

In occasione della Giornata africana contro la corruzione e del ventesimo anniversario della Convenzione dell’Unione africana per la prevenzione e la lotta alla corruzione, Amnesty International ha diffuso un rapporto, intitolato Lotta alla corruzione in pericolo: repressione dei difensori dei diritti umani che combattono la corruzione in Africa occidentale e centrale, che evidenzia come gli attivisti anti-corruzione in 19 stati dell’Africa occidentale e centrale corrano il rischio di essere arrestati, minacciati, detenuti, multati pesantemente e persino uccisi per aver denunciato la corruzione.

Queste persone svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro la corruzione e, di conseguenza, nella difesa dei diritti umani. Tuttavia, subiscono regolarmente attacchi, intimidazioni, molestie e persecuzioni solo per aver esposto la verità, attraverso leggi sulla diffamazione e sulle “fake news”, multe sproporzionate, processi e condanne.

Esistono poche leggi che proteggono i difensori e le difensore dei diritti umani che combattono la corruzione. Istituzioni giudiziarie di parte e una cultura dell’impunità permettono alle pratiche corrotte di restare impunite. Attualmente, solo Costa d’Avorio, Mali e Niger hanno adottato leggi sulla protezione dei difensori dei diritti umani e solo il Ghana ha una legislazione specifica per la protezione dei whistleblower

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