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Kenya, violente repressioni delle manifestazioni contro l’aumento del costo della vita

Da alcuni giorni in Kenya ci sono manifestazioni contro l’aumento delle tasse e ieri, mercoledì 12 luglio, la tensione ha portato a una repressione violenta da parte della polizia, in cui sono morte almeno 6 persone per aver ricevuto dei colpi di arma da fuoco.

Nella capitale Nairobi, nella città portuale di Mombasa e in varie altre città kenyote le manifestazioni di protesta sono state convocate dal leader dell’opposizione Raila Odinga.

Ovunque, la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere le persone, in particolare sulla superstrada che collega Nairobi al suo aeroporto internazionale, dove i manifestanti hanno acceso fuochi e abbattuto le fioriere ai bordi della strada, così da usarle come barricate. Qui, secondo le prime ricostruzioni, degli agenti di polizia che pattugliavano la zona hanno ucciso due manifestanti mentre cercavano di respingere la folla che avanzava.

I vertici della polizia non hanno rilasciato dichiarazioni, ma un funzionario, sotto anonimato, ha riferito all’agenzia Associated Press che altre due persone sono state uccise nella contea di Machakos nella città di Mlolongo e ancora due nella città di Kitengela vicino a Nairobi; inoltre, altre 10 persone sono state portate in ospedale.

All’agenzia Reuters, invece, un operatore sanitario ha detto che almeno 53 studenti di età tra i 10 e i 15 anni sono stati intossicati da un lacrimogeno lanciato nella loro scuola a Nairobi.

Gli osservatori dei diritti umani hanno aspramente criticato la polizia keniota per la repressione violenta delle proteste, mentre il leader dell’opposizione, Odinga, ha promesso che le manifestazioni continueranno fino all’abrogazione della nuova legge che introduce più tasse. Raila Odinga è arrivato secondo alle ultime cinque elezioni presidenziali, compresa quella dello scorso agosto in cui è stato eletto l’attuale presidente William Ruto, all’inizio di quest’anno ha guidato una serie di proteste contro l’alto costo della vita e le presunte irregolarità elettorali, spesso degenerate in violenza.

In effetti, il presidente Ruto era stato eletto quasi un anno fa su un programma centrato sugli aiuti ai lavoratori poveri del Paese, ma i suoi critici affermano che gli aumenti delle tasse decisi il mese scorso aggraveranno la situazione dei kenioti che già lottano per permettersi beni di base come la farina di mais. Dal canto suo, il governo risponde che il raddoppio della tassa sul carburante e l’introduzione di un prelievo per finanziare alloggi a prezzi accessibili sono misure necessarie per far fronte al crescente debito pubblico e per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro.

All’interno di questa contesa, è da segnalare che due settimane fa l’Alta Corte del Kenya ha ordinato la sospensione delle nuove tasse, ma il governo ha comunque alzato i prezzi della benzina.

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