vai al contenuto principale

Africa e Covid-19. Tra realtà e previsioni di una catastrofe annunciata

Covid-19 in Africa: la decimazione di un Continente sotto i nostri occhi indifferenti
Due giorni fa, in Sudafrica, le autorità hanno riportato 8.124 nuovi casi di Covid-19, un nuovo record giornaliero. Il paese ha il maggior numero di casi in Africa con oltre 168.000 (vedi la Tabella di Forbes).

Johannesburg è il nuovo punto caldo, con centinaia di operatori sanitari infetti, e la provincia di Gauteng, che comprende Johannesburg, ha oltre 45.000 casi confermati. Il continente africano ha complessivamente più di 436.000 casi confermati.

Quali sono le previsioni sull’Africa al momento, per quanto riguarda il contagio da Covid-19?

L’Africa non ha ancora probabilmente raggiunto l’apice dei contagi. Verosimilmente tra fine luglio e inizio agosto, l’Africa potrebbe contare circa un milione di casi e 60.000 decessi. In una sua previsione, l’OMS si spinge ancora più in là nel tempo e nei numeri, dichiarando che in 12 mesi il continente africano potrebbe perdere 150.000 persone a causa del Covid-19, e che il numero di casi continuerà ad aumentare almeno fino a marzo dell’anno prossimo.

Le previsioni sono tali per essere smentite, e in questo caso, de lo auguriamo tutti. Quello che purtroppo non può smentire nessuno è il fatto che il contagio si fa facilmente strada in una realtà povera, che, dall’inizio della sua storia, combatte contro la fame, le malattie come la malaria – che fa 1.100 vittime ogni giorno – e la tubercolosi, la guerra e la corruzione di molti governi locali.

Gli spostamenti per raggiungere gli ospedali sono lunghi e faticosi e gli ospedali stessi sono, nella maggior parte dei casi, inadeguati, perchè gli operatori sanitari sono insufficienti, non sono attrezzati e preparati adeguatamente, almeno nelle realtà rurali e in quelle interurbane.

Meno del 20% della popolazione africana ha un’assicurazione sanitaria. I tamponi e la permanenza nelle strutture dedicate all’isolamento sono attualmente a pagamento nella maggior parte dei Paesi.

Senza dimenticare l’impatto economico che la diffusione del virus sta avendo sull’economia di un Continente già piegato da fame, guerre e malattie.

In Sudafrica, per molti negozi, le saracinesche chiusehanno comportato la perdita di posti di lavoro, per non parlare di un virus mortale che li perseguita in ogni strada e vicolo.

In un Continenete ancora ampiamente colonizzato, in cui i flussi finanziari illeciti delle multinazionali superano il 6% del Pil dell’intero continente, tre volte più di quanto l’Africa riceva in aiuti, in cui circa 29 miliardi di dollari all’anno vengono razziati all’Africa con i disboscamenti, la caccia e la pesca illegali, in cui il 56 per cento della popolazione urbana vive concentrata in baraccopoli sovraffollate e scarsamente attrezzate,  l’acqua pulita per lavarsi le mani è disponibile solo per il 34% delle famiglie e la malnutrizione interessa quasi il 40% dei bambini sotto i cinque anni, se non si fa presto qualcosa, il dramma della decimazione di un Continente non sarà più una previsione, ma una colpevole realtà.

Torna su