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Addio alla scrittrice Nawal el-Saadawi, una vita contro l’oppressione in Egitto

I diritti umani e civili, specialmente delle donne, sono calpestati in molte parti del mondo e, come sappiamo,non fa certamente eccezione l’Egitto.

Per ironia della sorte, Nawal el-Saadawi è morta domenica in un ospedale de Il Cairo a 89 anni, proprio contemporaneamente alla decisione della Turchia di lasciare la Convenzione Instanbul, il primo trattato vincolante per prevenire e combattere la violenza sulle donne, e alle celebrazioni per la festa della mamma in Egitto e in tutto il mondo arabo.

Nawal è stata una famosa scrittrice egiziana, psichiatra, saggista ma soprattutto è stata una paladina dei diritti delle donne del suo Paese, battendosi per l’emancipazione delle donne nel mondo arabo e nella società conservatrice e patriarcale dell’Egitto. Lei stessa sottoposta all’infibulazione, che riguarda ancora il 90% delle donne egiziane, nella sua esperienza di medico in un piccolo villaggio, Nawal è stata anche diretta testimone di abusi sessuali, delitti d’onore e prostituzione.

Il suo primo libro, “Donne e sesso”, nel 1972, contro il sessismo e le mutilazioni genitali femminili, le costò non sola l’espulsione dal Ministero della Sanità – era Direttrice della Salute Pubblica del governo egiziano – , ma anche la persecuzione delle autorità religiose. Da allora la scrittura – ha pubblicato più di 55 libri, tradotti in decine di linguee l’impegno civile diventarono la sua ragione di vita.

Il femminismo di Saadawi è poliedrico e spazia dalla campagna contro le donne che indossano il velo, la disuguaglianza nei diritti di eredità musulmana tra uomini e donne, fino alla poligamia e la circoncisione femminile.

Arrestata nel 1980, non perse la sua anima battagliera, consapevole che “niente è più pericoloso della verità in un mondo che mente”. La scrittrice venne rilasciata dopo l’assassinio di Sadat. Nel 1993, dopo costanti minacce di morte da parte di predicatori islamici estremisti, Saadawi fu costretta a trasferirsi negli Usa, alla Duke University in North Carolina.

Tornata in Egitto, nel 2005 si candidò alla presidenza, ma abbandonò la sua candidatura con l’accusa che le forze di sicurezza non le avessero permesso di tenere comizi.

El Saadawi è stata fondatrice e presidente dell’Arab Women’s Solidarity Association e cofondatrice dell’Arab Association for Human Rights.

El Saadawi è un esempio per i movimenti femministi di oggi perchè è stata una donna che niente e nessuno è riuscita a fermare. Ora che non c’è più, il suo animo combattente ci lascia una lezione di vita in alcune parole di uno dei suoi libri più famosi “Firdaus”: “Tutti dobbiamo morire. L’importante è come si è vissuto prima di morire”.

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