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#veritaperlucavittorioemustapha, 23 mesi dopo giustizia più vicina grazie ai pm italiani

Sono passati 23 mesi da quel maledetto 22 febbraio 2021 in cui persero la vita l’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo, Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista del World food programme Mustapha Milambo.
Con un editoriale sul numero cartaceo speciale di Focus on Africa Magazine che titolammo “RD Congo, quei misteri e quei dubbi che reclamano verità per Luca, Vittorio e Mustapha”, il 27 febbraio del 2021, a pochi giorni dall’avvio di un’inchiesta giornalistica investigativa che andava oltre il semplice racconto dei fatti, decidemmo di fare un passo in più.
Assumere l’impegno di una richiesta su cui non avremmo mai fatto un passo indietro:  #veritaperlucavittorioemustapha.

Oggi più che mai quell’impegno resta priorità e continuiamo a raccogliere adesioni di chi non si accontenterà mai di verità di comodo.

Sono in corso due procedimenti giudiziari, uno in Italia della Procura del Tribunale di Roma, che vede imputati due funzionari del World food programme, Rocco Leone e Mansour Reagaza, accusati di omesse cautele nel garantire la sicurezza della missione nel Nord Kivu del 22 febbraio,  il secondo nella Repubblica democratica del Congo, dove è in corso un processo a sei imputati, di cui uno contumace, ritenuti i componenti del gruppo armato che ha compiuto l’agguato e ha ucciso l’ambasciatore Attanasio, il carabiniere Iacovacci e l’autista Milambo.

Il 18 gennaio, nell’ultima udienza nel carcere militare a Kinshasa dove si sta svolgendo Il processo, è emerso che il principale accusato è in grado di produrre un documento che attesterebbe la sua scarcerazione il giorno dell’agguato, il 22 febbraio 2022. Dunque se era appena uscito di prigione non poteva essere sul luogo del crimine, la tesi della difesa.

Ma l’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo, Alberto Petrangeli (che segue sin dall’inizio iil dibattimento) invita alla cautela e ad attendere la conclusione della fase del procedimento giurisdizionale e la sentenza: il provvedimento con il quale la Corte definirà interamente o in parte la controversia che gli è stata sottoposta.

Bisognerà dunque attendere le prossime udienze, con la visione di alcuni video e l’acquisizione di alcuni atti difensivi, la requisitoria del procuratore e le repliche dei legali degli imputati per comprendere quale verità giudiziaria emergerà dal processo in Congo.

Intanto a Roma ci si avvia verso l’udienza preliminare, prevista per i primi di marzo, dove il giudice assegnato al caso dovrà disporre il rinvio a giudizio, come chiesto dal pm Sergio Colaiocco,  o l’archiviazione del procedimento essendo stata avanzata la richiesta di immunità da parte del Wfp per i due funzionari dell’agenzia delle Nazioni Unite.

Sull’operato dei magistrati italiani c’è massima fiducia dei familiari delle due vittime italiane.

Anche la nostra testata credé fermamente nella nostra giustizia. Questo processo stia portando a galla la verità sulle responsabilità della mancata sicurezza che ha favorito l’agguato al convoglio nella zona di Kukumba e la morte di Attanasio, Iacovacci e Milambo.

Tutti abbiamo il diritto di conoscere la verità su quanto accaduto quel terribile 22 febbraio del 2021, dalla moglie dell’ambasciatore Attanasio, Zakia Seddiki madre delle sue tre figlie, ai genitori di Luca e quelli di Iacovacci.
Ma anche i cittadini italiani vogliono quella verità. E giustizia.
Coloro che sono stati la causa di questa tragedia e sono rimasti in vita vanno messi di fronte alle loro responsabilità.
Per Luca, per Vittorio, per Mustapha.

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