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Vaccini anti Covid in Africa e in tutti i Paesi poveri. Fare di più e presto

La vaccinazione anti-Covid-19 è un dovere morale, civile ed epidemiologico. In tutto il mondo e particolarmente in Africa e nei Paesi poveri del mondo. Infatti fino a quando il virus si diffonde in questi Paesi – e non solo in Africa – nessuno di noi può sentirsi sicuro, perchè le varianti sono sempre in agguato.

Per quanto riguarda l’Africa, come è noto, gli Stati Uniti, dopo avere aperto alle richieste di revoca delle protezioni della proprietà intellettuale presso l’OMC all’inizio di maggio, per consentire un importante impulso globale alla produzione di vaccini, stannogestendo la donazione di vaccini attraverso la struttura COVAX, co-gestita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, CEPI e GAVI. Il Programma prevede la somministrazione del vaccino Johnson & Johnson (J&J)a iniezione singola. I paesi inclusi sono: Camerun(303.050 dosi), Repubblica Centrafricana (302.400 dosi), Gambia (151.200 dosi), Lesotho (302.400 dosi), Niger (151.200 dosi), Senegal (151.200 dosi) e Zambia(151.200 dosi).

Dopo la disastrosa gestione interna ed estera della pandemia da parte dell’amministrazione Trump, Biden sta provando quindi a cambiare rotta, recuperando e intensificando i rapporti diplomatico-umanitari con il Continente africano, proprio mentre la principale concorrente, la Cina, ha inviato ulteriori 4 milioni di dosi ai Paesi africani, almeno secondo  il rapporto settimanale di monitoraggio dei vaccini di Bridge Beijing.

Secondo quanto ha dichiarato un funzionario della Casa Bianca a The Africa Report”,  i 25 milioni di vaccini con cui gli Stati Uniti stanno contribuendo al programmaCOVAX destinato all’Africa, corrispondono quasi ai 27,9 milioni di dosi di vaccino che Pechino ha promesso al Continente.

Al di là delle dichiarazioni ufficiali e di rito, la donazione di vaccini all’Africa si inserisce nel contesto del controllo geo-politico da sempre esercitato sul Continente, e gli Stati Uniti e la Cina ambiscono a essere gli assoluti protagonisti.

Qualunque sia l’intento principale, occorre in ogni caso agire in fretta, perchè il Covid-19 continua a moltiplicarsi nel continente africano.

Rimanendo nel contesto dei sette Paesi nei quali è prevista la donazione vaccinale da parte degli Stati Uniti, il Camerun ha affrontato nell’ultimo anno sia la pandemia di Covid-19 che le epidemie di colera. Attualmente ci sono oltre 81.871 casi confermati e 1.332decessi.

La Repubblica Centrafricana ha finora 7.147 casi confermati di Covid-19 e 98 decessi. Il Paese sta affrontando anche la variante Alpha, che è il 50-75% più contagiosa dei soliti ceppi e colpisce più facilmente i bambini, anche se sembra non indurre conseguenze gravi.

Il Gambia ha finora 7.161 casi e 197 morti.

In Lesotho, la terza ondata della pandemia ha portato la variante Beta, identificata in Sudafrica già nell’estate scorsa e che si diffonde più rapidamente delleprecedenti, con un rischio maggiore di reinfezione.

Il Lesotho ha attualmente 12.398 casi confermati di coronavirus, con 339 morti e i vaccini Johnson & Johnson e AstraZeneca sono entrambi disponibili.

Il Niger ha finora 5.594 casi e 195 decessi, numeri piccoli rispetto a una popolazione di 23,9 milioni, peraltro la più giovane al mondo.

Il Senegal, che ha aperto le frontiere e allentato le restrizioni, ha finora 55.861 casi e 1.264 decessi. È stato uno dei primi Paesi africani a ricevere i vaccini attraverso l’iniziativa COVAX.

Lo Zambia è ancora nella morsa della sua terza ondata di coronavirus, con circa 1300 nuovi casi annunciati al giorno, 190.615 casi totali e 3.221 decessi.

Il programma COVAX è oggettivamente un buon inizio, come è apprezzabile l’impegno recente del G7 di donare un miliardo di vaccini ai Paesi poveri e più vulnerabili entro la fine del 2022. Ma non bisogna dimenticare che servirebbe ben altro sforzo, in quanto occorrono almeno11 miliardi di dosi entro il 2021 per vaccinare il 70% della popolazione con due dosi a testa. Quindi bisogna fare in fretta e di più. Non solo per la uguaglianza vaccinale ma anche per la tutela della nostra salute mondiale.

Domenico Mecca

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