La Corte costituzionale dell’Uganda ha revocato solo una minima parte della Legge contro l’omosessualità, entrata in vigore il 30 maggio 2023 dopo la firma del presidente Yoweri Museveni, dando torto ai ricorrenti che sostenevano l’incostituzionalità della norma in quanto in contrasto col divieto di discriminazione e con i diritti alla riservatezza e alla libertà di coscienza sanciti dalla Costituzione del paese.
Resta così in vigore l’impianto di una legge pericolosissima, che prevede persino la pena di morte nei casi di “omosessualità aggravata”.
Secondo l’Ong ugandese Forum sulla promozione dei diritti umani, dall’entrata in vigore della legge ci sono stati 55 arresti, tre richieste di condanna a morte, otto casi di esami anali forzati, 254 sfratti di persone accusate di far parte della comunità Lgbqia+ e 202 casi di violenza o di minaccia di violenza nei confronti di persone appartenenti alla comunità.