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Uganda, due turisti stranieri uccisi in un agguato dei ribelli

Ieri, martedì 17 ottobre, un gruppo ribelle ha attaccato un veicolo da safari nel Parco nazionale Queen Elizabeth, nel sud-ovest dell’Uganda, uccidendo tre persone, due delle quali erano turisti stranieri. Il portavoce della polizia Fred Enanga ha specificato che le tre vittime erano un inglese, un sudafricano e la loro guida turistica ugandese.

L’aggressione sarebbe opera di miliziani delle AFD, le Forze Democratiche Alleate, un gruppo ribelle ugandese che agisce soprattutto nell’est della Repubblica Democratica del Congo, e che è affiliato allo Stato Islamico.

Secondo la ricostruzione della polizia, le tre persone sono state uccise mentre stavano attraversando il famoso Queen Elizabeth Park, e poi i ribelli hanno incendiato la loro auto. Attualmente, ha aggiunto Enanga, “le nostre forze stanno dando la caccia ai sospetti.

In un comunicato, l’Amministrazione dei Parchi Nazionali (Uganda Wildlife Authority) ha chiesto che “il pubblico sia paziente e permetta che le indagini facciano il loro corso”.

In seguito all’attacco, il governo britannico ha aggiornato i suoi consigli di viaggio per l’Uganda, avvertendo che “gli aggressori sono ancora in libertà”.

Già domenica scorsa erano stati sventati degli attacchi bomba contro le chiese, da parte di membri delle ADF, a circa 50 chilometri dalla capitale, Kampala. Sono anni, tuttavia, che la zona dei parchi nazionali di Queen Elizabeth e di Virunga sono teatro di violenze contro i civili e i turisti: nel 2019, ad esempio, un turista americano e la sua guida furono rapiti dalle ADF, ma poi furono rilasciati dopo il pagamento di un riscatto di circa 500.000 dollari. Nel giugno scorso, invece, le ADF hanno ucciso 42 persone, tra cui 37 studenti, in una scuola superiore situata molto vicino al confine con la RDC.

L’affiliazione allo Stato Islamico è attestato nel rapporto delle Nazioni Unite sulla RDC, pubblicato a giugno, in cui è spiegato come l’IS abbia “fornito sostegno finanziario alle ADF almeno dal 2019, attraverso un complesso sistema finanziario che coinvolge individui in diversi paesi del continente, provenienti dalla Somalia e passando per Sud Africa, Kenya e Uganda“.

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