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Tunisia-Italia: incontro tra Saïed e Meloni su immigrazione e Fondo Monetario Internazionale

Ieri, martedì 7 giugno, la presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni è stata la prima leader di un Paese europeo a mettere piede sul suolo tunisino da quando il presidente Kaïs Saïed ha preso i pieni poteri quasi due anni fa.

Ricevuta all’aeroporto di Cartagine con il tappeto rosso e tutti gli onori da parte del capo del governo, Najla Bouden, Giorgia Meloni ha poi incontrato Saied, con cui si è intrattenuta nel palazzo presidenziale per un colloquio bilaterale. La visita ufficiale della leader italiana è durata solo poche ore, ma conferma l’attenzione dell’Italia verso il suo vicino sulla sponda meridionale del Mediterraneo: un interesse alimentato dall’aumento delle partenze di migranti dalle coste tunisine dall’inizio di quest’anno. Da parte tunisina, invece, l’interesse è nell’avere degli alleati per il braccio di ferro che, ormai da tempo, sta intrattenendo con il Fondo Monetario Internazionale per ricevere un prestito che dia sollievo alle casse statali.

Come esplicitamente dichiarato dalla stessa Giorgia Meloni in un tweet, l’Italia considera la Tunisia “un partner strategico, cui siamo legati da secoli di storia comune”

Il primo dossier discusso dai due leader è, dunque, quello relativo al fenomeno migratorio: nel primo trimestre del 2023 la guardia costiera tunisina dice di aver fermato cinque volte più imbarcazioni rispetto allo stesso periodo del 2022. L’Italia, che è il Paese di arrivo della traversata mediterranea, sebbene non sia il Paese di destinazione dei migranti, vuole a tutti i costi contenere gli sbarchi.

Per tale obiettivo, Roma si sta trasformando in un vero e proprio intermediario per Tunisi con Bruxelles e altri organismi internazionali, dal momento che il Paese nordafricano sta attraversando un’acuta crisi politica ed economica. In Tunisia è aumentato molto il costo della vita, nonché la carenza di cibo, per cui il governo tunisino è da tempo in trattativa con il Fondo Monetario Internazionale per ottenere un prestito di 1,9 miliardi di dollari (1,78 miliardi di euro). Tali colloqui, però, sono in fase di stallo.

Meloni sa che se la Tunisia si destabilizza (socialmente, politicamente, economicamente) l’Italia riceverà ancora più arrivi di persone in fuga dal continente africano. I rapporti tra Roma e Tunisi, dunque, sono ottimi e la visita di Meloni è solo il viaggio più recente di una serie di collaborazioni sempre più fitte avvenute negli ultimi mesi tra i due Paesi, come a gennaio e maggio con il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, ben due volte nella capitale tunisina.

La visita di Giorgia Meloni è durata poche ore, ma dalle fotografie istituzionali e dai sorrisi con il Presidente Saied, sembra sia stato un viaggio soddisfacente per la leader italiana.

Tra le riforme richieste dal FMI, che ha dato la sua approvazione preventiva al prestito già nell’ottobre 2022, ci sono la riduzione della busta paga della funzione pubblica, la riforma delle imprese statali e, soprattutto, lo smantellamento delle sovvenzioni pubbliche sui prodotti di base. Queste misure sono ritenute essenziali per salvare le casse tunisine, ma d’altra parte sono pericolose per i tunisini più poveri, perché da diversi mesi l’inflazione è attestata intorno al 10%.

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