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Tunisia, ‘congelato’ il parlamento e rimosso il premier. In migliaia in piazza

Il presidente tunisino Kais Saied ha congelato l’attività del Parlamento, ha sospeso l’immunità di tutti i parlamentari e ha licenziato il primo ministro, Hicham Mechichi, in seguito alle forti proteste contro il governo svoltesi nelle strade del Paese.
La polizia per disperdere la folla e fermare le contestazioni nel centro della capitale Tunisi ha usato gas lacrimogeni.
Saied ha comunicato che assumerà la guida del potere esecutivo con la collaborazione di un nuovo premier.
La manifestazioni si sono animate in diverse città della Tunisia, con i dimostranti che hanno espresso rabbia per il deterioramento della situazione sanitaria, economica e sociale del Paese.
in migliaia hanno sfidato le restrizioni sui virus e il caldo torrido per manifestare il proprio malcontento. La folla, in gran parte giovane, chiedeva lo scioglimento del Parlamento e le elezioni anticipate.
Le proteste sono state indette nel 64° anniversario dell’indipendenza della Tunisia da un nuovo gruppo chiamato Movimento 25 luglio. Pugno di ferro delle forze di sicurezza schierate in gran numero, soprattutto a Tunisi dove i blocchi della polizia hanno chiusi tutte le strade che portano alle arterie principali della capitale.
La polizia si è anche dispiegata intorno al parlamento, impedendo ai manifestanti di accedervi. Numerosi gli arresti.
Scontri si sono verificati anche in altre città, in particolare a Nabeul, Sousse, Kairouan, Sfax e Tozeur.
La mossa del presidente tunisino non sorprende.
Risalgono già allo scorso maggio le voci su un piano per rovesciare il governo tunisino e dare al presidente, Kais Saied, il pieno controllo delle istituzioni. Il 24 maggio, il portale specializzato Middle East Eye era entrato in possesso di un documento datato 13 maggio ed etichettato come “assolutamente top secret” che conteneva nel dettaglio il piano con cui Said intendeva prendere il potere. Il presidente avrebbe convocato un vertice urgente del Consiglio di Sicurezza Nazionale e proclamato una “dittatura costituzionale” che avrebbe “concentrato tutti i poteri nelle mani del presidente”. Tutte le autorità che avrebbero partecipato all’incontro, inclusi il primo ministro Hichem Mechichi e il presidente della Camera, Rached Ghannoichi, sarebbero stati arrestati, scrive Middle East Eye. A quel punto Saied avrebbe annunciato l’applicazione del capitolo 80 della costituzione, che gli consente di prendere il potere in caso di emergenza nazionale.

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