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Sviluppo sostenibile, patto tra Fao e Ciheam per l’innovazione e la ricerca scientifica

Un goal da Champions lo si mette a segno solo se c’è una strategia e il gioco di squadra. Fa appello a questo, per l’obiettivo di sviluppo sostenibile e il programma “Fame Zero” entro il 2030,
Parola del direttore generale della FAO Qu Dongyu nella Giornata internazionale dell’Alimentazione ricordando partnership importanti come quella con il Centro internazionale per gli studi agronomici mediterranei.
“Abbiamo bisogno di una forte volontà e impegno politico – ha ricordato Dongyu durante l’assemblea annuale – Con la malnutrizione che colpisce una persona su tre nel mondo, dobbiamo investire nella nutrizione e per la nutrizione. Dobbiamo camminare mano nella mano e costruire sistemi alimentari sani e sostenibili. Serve un piano d’azione”. Il capo della Fao ha annunciato, a Roma, il tema biennale dell’agenzia delle Nazioni Unite per il 2020-2021: Promuovere diete sane e prevenire tutte le forme di malnutrizione. E ha riaffermato l’impegno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura verso l’obiettivo degli obiettivi: porre fine alla fame e alla malnutrizione in tutte le sue forme entro il 2030. Tuttavia, ha ammonito, “la fame e la malnutrizione costituiranno i principali ostacoli al raggiungimento degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile entro il 2030 se non agiremo ora”. ”Porre fine alla fame è un imperativo di giustizia e di equità al quale non possiamo venir meno”, ha scritto in un messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ma per raggiungere gli obiettivi prefissi è necessario il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti in questo ambizioso programma.
In tale ottica si inserisce la collaborazione tra CIHEAM e FAO, un legame di lunga data. Le prime condivisioni progettuali risalgono al 1977.
Il Direttore Generale ha sottolineato alcune delle aree comuni di lavoro legate al superamento dell’enorme sfida rappresentata dal cibo, dalla sicurezza e dalla sostenibilità nei paesi mediterranei del Vicino Oriente e del Nord Africa.

Ciò comprende gli sforzi congiunti nei settori dell’agricoltura biologica, della scarsità idrica, delle malattie delle piante, delle risorse genetiche vegetali, della produzione e della salute animale nelle zone aride, della pesca, dell’acquacoltura e della silvicoltura.

Tra i progetti sviluppati in partnershio un evento tecnico ad alto livello sulla gestione del punteruolo rosso della palma – un parassita distruttivo rilevato per la prima volta in Asia meridionale che da allora si è diffuso arrivando ad attaccare oltre 40 specie di palme in tutto il mondo, con i paesi mediterranei a maggiore rischio.

La FAO e la CIHEAM hanno anche lavorato insieme all’iniziativa Blue Hope, intesa a rafforzare i mezzi di sussistenza delle comunità costiere del Mediterraneo particolarmente colpite dai flussi migratori.

Fondata nel 1962, il CIHEAM è un’organizzazione intergovernativa mediterranea dedicata allo sviluppo sostenibile dell’agricoltura e della pesca, della sicurezza alimentare e nutrizionale nelle aree rurali e costiere.

È composto da 13 Stati membri (Albania, Algeria, Egitto, Francia, Grecia, Italia, Libano, Malta, Marocco, Portogallo, Spagna, Tunisia e Turchia) e opera attraverso i suoi 4 istituti con sede a Bari, a Chania in Grecia, a Montpellier in Francia, a Saragozza in Spagna e un Segretariato Generale con sede a Parigi.

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