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Sudan, umiliato per non aver mutilato mia figlia oggi racconto la gioia di un paese

Quando mia figlia compì 12 anni, in famiglia alcuni parenti misero alla gogna mia moglie e il sottoscritto che aveva accolto la sua richiesta di non sottoporre la nostra bambina alla pratica dell’infibulazione.
Sono stato umiliato, definito “uomo senza valore” per aver scelto di non sottoporre alla mutilazione genitale mia figlia. Oggi è per me non solo un giorno di rivalsa, è un giorno felice perché racconto la gioia di un paese, o almeno di quella parte che non si è piegata a usanze arcaiche e disumane.
Plaudo al coraggio del governo del Sudan che ha deciso di criminalizzare le mutilazioni genitali femminili attraverso l’introduzione di un articolo specifico del Codice penale. Ha deciso di proteggere la dignità e l’integrità delle donne.
Finora tante madri e giovani sudanesi sono state costrette a sottomettersi a norme sociali e tradizionali che imponevano questa meschina pratica.  Con la nuova legge annunciata dal ministro della Giustizia, le madri acquisteranno coraggio perché finalmente si punirà chi continuerà a praticarla con tre anni di carcere, multe e anche il sequestro del luogo dove vengono mutilate le ragazze.
Le norme annunciate dal governo sono un primo passo, spetterà alle madri, a tutte le donne, all’intera comunità, far sì che la pratica dell’infibulazione sia solo un brutto ricordo.

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