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Sudan: scontri e blackout, si infiamma rivolta contro Bashir

Un blackout generale ha lasciato senza elettricità il Sudan nelle stesse ore in cui la capitale Khartoum ospitava la pù grande protesta contro il presidente, Omar Al-Bashir, da dicembre. Per il secondo giorno di fila decine di migliaia di manifestanti si sono radunati per un sit-in davanti al quartier generale dell’esercito, poco distante dal palazzo presidenziale, per chiedere ai militari di fare pressione per un passo indietro dell’uomo forte del Paese del Corno d’Africa, al potere da 30 anni. La polizia ha usato i gas lacrimogeni per disperdere la folla e ha eseguito diversi arresti mentre i militari non sono intervenuti. Il ministero dell’elettricitá ha confermato la notizia che è  in corso un blackout nel Paese, senza precisarne la causa. Le proteste contro Bashir erano iniziate a dicembre e avevano indotto il presidente a proclamare 16 mesi di stato d’emergenza, poi dimezzati a otto.

Si stima che in quasi quattro mesi di proteste i morti siano stati almeno una sessantina. Bashir nel frattempo ha presieduto una riunione del Consiglio di difesa e sicurezza nazionale – di cui fanno parte i vertici militari – che in un comunicato ha fatto un’apertura ai manifestanti affermando che “sono parte della comunità sudanese e la loro visione e le loro richieste devono essere ascoltate”.

Le nuove manifestazioni hanno marcato il 34mo anniversario del colpo di Stato con cui fu rimosso il presidente Jaafar Nimeiri.

La folla, tra cui molti manifestanti che hanno trascorso la notte davanti al quartier generale dell’esercito e alla sede del ministero della Difesa, ha urlato “il Sudan si solleva, l’esercito si solleva”.

Gli oppositori di Bashir – sostenuti da partiti politici e sindacati – hanno manifestato l’intenzione di protestare ad oltranza fin quando il presidente non si dimetterà favorendo la nascita di un governo di transizione. Bashir è onsiderato il responsabile della crisi economica che attanaglia il Paese Nelle proteste di sabato fonti mediche hanno riferito di cinque manifestanti uccisi ma per il governo ce ne sarebbe stato uno soltanto negli scontri nella città di Omdurman, a pochi chilometri da Khartoum.

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