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Sudafrica, quando la frase “lavatevi bene le mani” rischia di essere una presa in giro

Da settimane, le autorità del Sudafrica invitano la popolazione a lavarsi bene e regolarmente le mani.

Peccato che l’anno scorso, secondo il Piano nazionale per l’acqua e l’igiene – dunque una fonte governativa – oltre cinque milioni di famiglie (che significa circa 20 milioni di persone) non avessero accesso a forniture regolari di acqua pulita e avessero ben pochi prodotti igienici a disposizione.

Ecco altri dati allarmanti contenuti nel Piano: il 35 per cento dell’acqua pubblica si perde ogni giorno a causa dell’usura delle condotte; il 44 per cento degli impianti per il trattamento dell’acqua sono in condizioni critiche e un altro 11 per cento proprio non funziona.

Ultimamente il governo si è impegnato a fornire acqua a 2000 comunità locali che ne sono prive. Ma non è detto che basti.

Per questo, il 15 aprile Amnesty International Sudafrica ha lanciato la campagna “Diritto all’acqua: aprire subito il rubinetto!”, per chiedere al governo di garantire che, nell’ambito delle misure di contrasto alla pandemia dal Covid-19, tutti abbiano accesso a quantità sufficiente di acqua pulita.

Prima che scoppiasse la pandemia il governo aveva garantito che l’obiettivo del 100 per cento dell’accesso all’acqua sarebbe stato raggiunto entro il 2030. Adesso, aspettare tutto questo tempo non è più possibile.

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