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Sud Sudan, brusca frenata nel processo di pace. La visita di Papa Francesco cruciale

Una brusca frenata al processo di pace faticosamente avviato e portato avanti anche grazie alla mediazione italiana, guidata dalla Comunità di Sant’Egidio.
Il principale partito di opposizione del Sud Sudan, la formazione del vice presidente Riek Machar, ha sospeso la sua partecipazione ai lavori degli organismi che si occupano di monitorare l’attuazione degli accordi di pace che nel 2018 misero fine a cinque anni di guerra civile.
“La decisione è stata motivata come risposta a dei presunti attacchi subiti dalle forze di governo” afferma Yassin Mohamed, esperto analista sud sudanese – . Il Sudan People’s Liberation Movement-in-Opposition (Splm-Io) con una dichiarazione ufficiale ha manifestato preoccupazione è ha condannato i continui attacchi nei propri confronti nell’ovest del Paese, in violazione del cessate-il-fuoco stabilito dall’intesa del 2018, e ha pertanto deciso di “sospendere la sua partecipazione alle riunioni dei meccanismi di monitoraggio e attuazione degli accordi di pace in attesa della risoluzione a livello politico delle questioni sollevate”.
Nella lettera inviata dall’Splm-io alla presidenza dell’organismo pet l’attuazione degli accordi di pace, gli attacchi fanno seguito a una più ampia serie di violazioni delle regole di sicurezza previste dagli accordi di pace da parte del partito di governo.
Secondo il Sudan Tribube, autorevole media della regione, il generale Lul Ruai Koang, portavoce delle forze armante, ha definito “prematura” la decisione dell’Splm-Io di uscire dagli enti di monitoraggio e attuazione degli accordi di pace e ha detto che questa mossa rischia di mettere in pericolo l’implementazione dell’intesa. Il militare ha anche negato che forze governative e milizie legate alle opposizioni si siano mai affrontate direttamente dal 2017 a oggi.
In questo quadro, la visita di Papa Francesco in Sud Sudan dal 5 al 7 luglio assume una valenza ancora maggiore. Cruciale.
Mercoledì scorso la sala stampa vaticana ha presentato il logo e il motto di questo importante viaggio di pace e speranza, rappresentato da  una  colomba e due mani che si uniscono, simbolo di riconciliazione.
Papa Francesco arriverà a Juba dopo essere stato in Repubblica democratica del Congo e in Sud Sudan.
“Prego perché tutti siano una sola cosa”, reca il logo della visita citando la “Preghiera sacerdotale di Gesù” (Gv 17).
Il logo contiene la colomba, i contorni della mappa del Sud Sudan con i colori della bandiera, la croce e due mani che si stringono. La colomba che porta un ramoscello d’ulivo Sopra i contorni della mappa del Sud Sudan è posta la colomba, che porta un ramoscello d’ulivo a rappresentare il desiderio di pace per il Paese. Al di sotto della colomba sono riportati i contorni della mappa del Sud Sudan con i colori della bandiera del Paese. Al centro della mappa due mani che si stringono a rappresentare la riconciliazione delle tribù che costituiscono un’unica nazione. La croce Sulla destra la croce a rappresentare l’eredità cristiana del Paese e la sua storia di sofferenza. Accanto alla croce l’iscrizione “Papa Francesco in Sud Sudan” e la data del Viaggio Apostolico.
Lo scorso 14 marzo era stato pubblicato il logo della prima tappa. Il motto del viaggio congolese è “Tutti riconciliati in Gesù Cristo” e il logo, elaborato come di consueto dagli organizzatori locali, mostra una mappa del paese con i contorni riprodotti con i colori della bandiera. All’interno della mappa vengono presentati alcuni elementi della biodiversità del nostro Paese. La mappa è aperta ad Ovest per mostrare l’accoglienza riservata a questo grande evento e ai frutti che porterà; inoltre, i colori della bandiera, sapientemente distribuiti, sono molto espressivi. Il colore giallo, in tutti gli aspetti, simboleggia la ricchezza del Paese: fauna e flora, terrestre e sotterranea. Il colore rosso vuole rappresentare il sangue versato dai martiri, così come avviene tutt’ora nella parte est del Paese. Il colore azzurro, nella parte superiore, vuole esprimere il desiderio più ardente di ogni congolese: la pace. Sulla sinistra la Croce di colore blu vuole tradurre la devozione del popolo congolese alla Vergine, “la Madonna del Congo che porta e sostiene le preghiere di tutta la nazione a Cristo Redentore, nostra forza”. Nel logo congolese sono poi rappresentate tre persone, simbolo della fraternità: uomini e donne, adulti e bambini, uniti in un solo uomo. L’immagine sotto la croce vuole esprimere il desiderio di poter giungere ad una tale fraternità che non può essere che Dono di Dio. I colori vivaci qui utilizzati vogliono manifestare il sentimento e il dinamismo che caratterizza il popolo congolese, pronto ad accogliere nella gioia e nell’unità il Vicario di Cristo e Successore di Pietro. Una palma rinvia al concetto del martirio, radicato nella storia del Congo. La palma esprimendo di fatto la vittoria, la rinascita e l’immortalità, rimanda al messaggio di speranza che offre la visita del Santo Padre. Il Papa benedicente, al centro tra la croce e la mappa del Congo, rappresenta una benedizione e una grande gioia per la nazione congolese. Le montagne sono presenti in tutte regioni del Paese, in particolare nella parte est dove si trova il vulcano, il quale, in più di un’occasione, eruttando, ha segnato il territorio e la popolazione di Goma. L’acqua che scorre vuole rappresentare la ricchezza idrografica del Paese: il fiume Congo e i suoi corsi d’acqua nonché i diversi laghi del nostro Paese. L’albero vuole rinviare all’insieme della flora del Congo e a ciò che costituisce la particolarità di questo Paese, dell’Africa e del pianeta. Infine un okapi, metà zebra e metà giraffa, è un animale simbolo della Repubblica democratica del Congo, l’unico Paese in cui si trova e vive allo stato brado. Rappresenta la ricchezza della fauna congolese.

 

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