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Somalia, appello di Papa Francesco: rispondere a emergenza siccità

“Desidero attirare l’attenzione sulla grave crisi umanitaria che colpisce la Somalia e alcune zone dei Paesi limitrofi”.
Così Papa
Francesco al termine dell’Angelus, rivolvendo il suo pensiero all’Africa, continente su cui la sua attenzione non è mai venuta meno.
“Le popolazioni di questa regione, che già vivono in condizioni molto precarie, si trovano ora in pericolo mortale a causa della siccità”, ha sottolineato il Pontefice auspicando che la solidarietà internazionale possa rispondere efficacemente a tale emergenza. “Purtroppo la guerra – ha concluso il Santo Padre – distoglie l’attenzione e le risorse, ma questi sono gli obiettivi che esigono il massimo impegno: la lotta alla fame, la salute, l’istruzione”.
In Somalia sono quasi 7 milioni le persone colpite dalla siccità, circa il 50% della popolazione. Nel Paese si è insediato da alcune settimane il governo neo eletto, guidato dal Presidente Hassan Sheikh Mohamud, con l’arrivo di numerosi esponenti politici internazionali. Le Nazioni Unite, insieme con il nuovo governo somalo, stanno lanciando appelli per attirare l’attenzione sulla gravissima situazione in corso nel Corno d’Africa e in particolare in Somalia, dove si registra quella che e’ stata definita la peggiore siccita’ degli ultimi 40 anni. Situazione drammaticamente simile in Etiopia, dove l’insufficienza alimentare e’ aumentata del 80% in 3 mesi. Nel Paese, a causa delle difficolta’ per la raccolta dei dati in Tigray e Afar, non e’ possibile avere numeri esatti, ma nella sola Somali Region, secondo il WFP, il 38,49% della popolazione, pari a 2,6 milioni di persone, hanno un consumo alimentare insufficiente.

“Si tratta della peggiore siccita’ degli ultimi quarant’anni”, ha dichiarato Mustafa Muhumed Omar, Presidente della Somali Region. “Si stima che un milione di capi di bestiame siano morti. Il bestiame in tutta la regione e’ in cattive condizioni di salute e si prevede che molti altri moriranno a causa dell’aumento delle malattie. Sono urgentemente necessarie campagne di vaccinazione e mangimi per salvare il nucleo riproduttivo”. E’ intervenuto anche il primo ministro etiope Abiy con un appello nel quale ha sottolineato la necessita’ di aumentare la produttivita’ per arrivare all’autosufficienza nel cibo e nei beni di prima necessita’. Il fenomeno del cambiamento climatico sta radicalmente cambiando la vita a milioni di persone. A livello globale si prevede che ogni aumento di 1 C si tradurra’ in una riduzione del 20% delle risorse idriche rinnovabili, colpendo un ulteriore 7% della popolazione. I dati diffusi dall’Autorita’ intergovernativa per lo sviluppo nel Corno d’Africa (IGAD), il Climate Prediction and Applications Center (ICPAC) nel prossimo mese prevede condizioni piu’ secche del normale su gran parte di Somalia, Etiopia, Gibuti, Eritrea e parti del Sudan meridionale, Kenya nord-orientale, Uganda sud-orientale e Tanzania orientale.
Una situazione emergenziale che complica anche il quadro politico, segnato in Somalia dall’insediamento del nuovo governo che deve fare i conti con l’estremismo islamico. “Il recente attacco degli Al Shabab in Etiopia, e’ l’ennesima dimostrazione della volonta’ del gruppo terroristico di diventare sempre piu’ una struttura internazionale e non solo somala”. E’ quanto riferiscono dalla Somalia all’Agenzia Fides in merito agli attacchi terroristici registrati nelle ultime settimane. “Centinaia di uomini ben armati e addestrati sono entrati in Etiopia contrastati da una forte risposta dell’esercito etiope (ENDF) – prosegue la fonte. Le perdite etiopi sono ignote, mentre si parla di un centinaio di caduti tra le file di Al Shabab, tra cui il militante islamista somalo-svedese Fuad ‘Shangole’ e altri 2 importanti capi”. L’attacco degli Al Shabab in Etiopia, coincide con la grave crisi dovuta alla siccita’ e ai fortissimi scontri interni tra l’ENDF con il gruppo armato degli OLA (Oromo Liberation Army), e con il Tigray continua il delicato processo di pace.

Mentre si riaffaccia lo spettro della carestia nel Paese che vive le peggiori condizioni degli ultimi quaranta anni, con quattro stagioni consecutive di piogge mancate, un segnale positivo viene dalle agenzie internazionali che stanno aiutando la Somalia in questo drammatico momento. L’ONU ha stanziato 9.5 milioni di dollari per intervenire nella regione dei Bay, una delle piu’ colpite del Paese dal fenomeno e dagli attacchi terroristici. Nei primi tre mesi del 2022 la siccita’ ha costretto oltre mezzo milione di persone ad abbandonare i propri villaggi in cerca di aiuto, spesso camminando giorno e notte, con bambini piccoli e neonati. Secondo quanto appreso, continuano gli scontri tra Al Shabab e i militari etiopi, e a Beledweyne in Somalia, una delegazione dell’esercito etiope si e’ incontrata con una delegazione somala per discutere della lotta al gruppo terroristico e per coordinare le azioni militari. Nel frattempo a Mogadiscio il cambio di governo sta creando forti cambiamenti nell’area. Il nuovo Presidente somalo, Hassan Sheikh Mohamud, sta attuando una nuova strategia di riconciliazione nazionale che prevede, oltre alla lotta militare anche un nuovo approccio politico.

In quest’ottica viene letta la nomina dell’ex vice leader di al Shabab Robow Abu Mansur, a ministro degli Affari religiosi. Questa nomina sta facendo molto discutere ma, secondo quanto dichiarato dalla fonte, che per motivi di sicurezza ha richiesto l’anonimato, “si tratta di un passaggio fondamentale per il contrasto agli Al Shabab e la pacificazione nazionale.” Diversi invece sono i commenti all’estero sulla nomina dell’ex leader di Al Shabab. Robow si era dissociato dal gruppo terroristico diventando un obiettivo per i terroristi. Mentre era con Al Shabab gli americani avevano messo sulla sua testa un taglia di 5.000.000 di dollari. Era stato arrestato e imprigionato dal governo di Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Farmajo. Attualmente sono oltre 7 milioni i somali in stato di insicurezza alimentare acuta, 1,5 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di malnutrizione acuta, 386.000 di loro in forma grave e rischiano la vita senza cure urgenti.

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