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Sbloccata la questione del grano, l’Africa tira un sospiro di sollievo

Dopo mesi di alta tensione la questione del blocco del grano che stava causando gravi problemi alimentari, soprattutto al continente africano, si è conclusa con un’intesa.
Gli accordi firmati oggi a Istanbul da Ucraina, Russia, Turchia e Nazioni Unite rappresentano  l’unica, buona, notizia che fa sperare dall’inizio del conflitto in un possibile dialogo. Un incoraggiamento per tutta la comunità internazionale a continuare su questa strada piuttosto che alla corsa ad alimentare il conflitto con nuove armi.
Lo sblocco di milioni di tonnellate di grano ferme nei porti del Mar Nero è essenziale per permettere a questi carichi di raggiungere i cittadini di molti Paesi a medio e basso reddito e evitare una crisi alimentare mondiale. Ma il successo di questo piano dipenderà dalla rapida e piena attuazione degli accordi sottoscritti dalle parti interessate.
E comunque per questioni logistiche ci vorranno almeno una decina di giorni, forse anche qualche settimana  per la partenza  del primo carico.
L’accordo sarà valido per almeno 120 giorni e potranno riprendere le esportazioni del grano e dei cereali fermi nei porti ucraini.
Nei fatti si tratterà di un cessate il fuoco in tre porti che si affacciano sul Mar Nero – Odessa, Chornomorsk e Yuzhne – in modo che le navi siano sicure nella fase di arrivo e in quella di partenza. Inoltre, per sedare i timori russi che le navi dirette in Ucraina possano trasportare armi fornite dall’Occidente, la Turchia svolgerà un ruolo da garante, ospitando le ispezioni delle navi prima che compiano l’ultimo tratto del loro viaggio verso l’Ucraina. L’accordo potrà essere prorogato per altri 120 giorni a meno che una delle parti non annunci l’intenzione di rescinderlo. Quello che verrà creato nel Mar Nero è ”un corridoio sicuro” che arriverà fino al Bosforo e da qui potrà raggiungere i mercati globali. Le navi saranno monitorate da un Centro di coordinamento congiunto (Jcc) che sarà istituito a Istanbul e sarà composto da rappresentanti di Ucraina, Russia, Turchia e Nazioni Unite. Saranno proprio i funzionari russi, ucraini, turchi e delle Nazioni Unite, quindi, a ispezionare le navi prima del loro arrivo in Ucraina. Nessuna nave che rientra in questa iniziativa e che passerà attraverso i canali stabiliti potrà quindi essere attaccata. Un punto sul quale si sono impegnate sia l’Ucraina, sia la Russia. Nel caso in cui questo patto venisse infranto, ”in caso di incidente”, interverrà direttamente il Centro di coordinamento congiunto per individuare una soluzione. I dettagli dell’accordo sono stati affinati anche grazie ai rappresentanti dell’Organizzazione marittima internazionale, che hanno messo a punto le reti di navigazione. Secondo un funzionario citato dalla Cnn potrebbero essere necessarie diverse settimane prima che le navi inizino a muoversi dopo che tutti i dettagli logistici dell’accordo siano implementati correttamente e possano essere istituite squadre di ispezione. Sono circa 20 milioni le tonnellate di grano che sono bloccate in Ucraina.
Dunque l’Africa può tirare un sospiro di sollievo anche se la carestia ha già lambito  e provato molti paesi del Continente.

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