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Said e Samir: morti di lavoro in Italia ma se arrivi dall’Africa non esisti

Due ragazzi di 25 e 29 anni, dopo aver attraversato il Mediterraneo, scommettendo contro la morte per una nuova occasione di vita, arrivano in Europa. Ci arrivano vivi, più fortunati dei 3 mila morti e dispersi in mare nel 2021.

Succede però che in Italia, nel Nord Italia, i due ragazzi sopravvissuti alla traversata del mare, muoiano sul lavoro.

Said e Samir muoiono di notte, in un cantiere, dentro un container gelido dove trovano riparo per la notte. Succede che muoiono asfissiati dall’ingordigia di un datore di lavoro che risparmia impunemente sul loro salario e sulla loro sicurezza, per costruire ville di lusso che venderà a cifre di cui non riusciremmo nemmeno a contare gli zeri. Muoiono asfissiati dalla mancanza di controlli e dal ricatto di un lavoro a tutti i costi – ma non a costo della vita – che consenta loro di ottenere un permesso di soggiorno, di poter pagare un alloggio.

Si chiamano Said e Samir. Questa volta. Ma hanno molti nomi, tutti i nomi che possiamo chiamare attraversando i campi agricoli di Puglia, Calabria e Lazio, tutti i nomi che risuonano nelle cucine dei migliori ristoranti o sui ponteggi delle nostre città.

Ecco che l’opinione pubblica si indigna, per ora. E che la politica e le istituzioni si impegnano, per il futuro.

Ecco che un Paese che si approfitta della disperazione delle stesse persone che non vuole accogliere e che costringe ad arrivare in Italia in condizioni di clandestinità per una legge che porta ancora i nomi di Bossi e di Fini; che sfrutta gli indesiderati, in un mercato di semischiavitù, si sveglia una mattina e, scoprendo la morte di Said e Samir, si stupisce di se stesso.

Ma è un attimo, un moto di indignazione e di rabbia così potente che non può che durare lo spazio di un titolo, il tempo di un TG.

L’Italia è un Paese in cui la “Noe”(non observed economy) vale intorno ai 200 miliardi di euro: una parte enorme della nostra economia si regge cioè sul lavoro nero, grigio o comunque sfruttato. Per questo domani mattina quelle migliaia di nomi saranno di nuovo ai bordi delle strade, in attesa di un caporale o di un imprenditore nostrano, dopo aver perso ogni scommessa, con la vita, con la morte, con lo stato di diritto, con la possibilità di riscatto. Con la verità.

 

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