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RDCongo: fissata la data delle prossime elezioni presidenziali

La Repubblica Democratica del Congo ha stabilito che le prossime elezioni presidenziali, parlamentari e provinciali si terranno il 20 dicembre 2023. L’annuncio è avvenuto sabato 26 novembre a Kinshasa, presso la sede della CENI, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente, ossia l’ente che si occupa dell’organizzazione e della supervisione del processo elettorale.

La notizia era attesa da tempo, ma aver fissato una data è un passo in avanti molto rilevante per la politica congolese. Tuttavia, ha sottolineato il portavoce del governo, Patrick Muyaya, “Non si tratta di negoziare con le scadenze costituzionali, si tratta di rispettarle e consolidare la nostra democrazia”.

L’organizzazione delle votazioni è una sfida complessa per un Paese vasto come il Congo e abitato da oltre 80 milioni di persone: bisogna affrontare sfide logistiche per il trasporto del materiale elettorale lungo migliaia di chilometri, fare attenzione alle epidemie di Ebola e COVID-19, considerare le centinaia di migliaia di sfollati che hanno lasciato le loro case a causa delle violenze belliche, specie nelle regioni orientali. Tiene banco, inoltre, il tema del voto dei congolesi all’estero e di come raggiungerli e coinvolgerli, in particolare quelli residenti in Belgio, Francia, Stati Uniti e Africa del Sud. Infine, va considerato l’aspetto economico: è stato stimato che le elezioni congolesi costeranno circa 600 milioni di dollari, di cui più di 450 milioni sono stati già preventivati.

Lo scrutinio presidenziale congolese più recente si è avuto nel dicembre 2018, quando fu eletto l’attuale Capo di Stato, Félix Tshisekedi, dopo due anni di rinvii proprio per le difficoltà organizzative e per le lotte tra leader e partiti politici locali. L’ultima elezione è stata la prima in cui si è registrata una transizione pacifica e democratica del potere, dopo la lunga presidenza precedente, quella di Joseph Kabila.

Anche per la prossima votazione le sfide saranno tante e complicate, tuttavia un primo calendario organizzativo prevede l’annuncio dei candidati per l’ottobre del prossimo anno, con una lista definitiva prevista per il successivo novembre, mentre il giuramento del nuovo presidente avverrà il 20 gennaio 2024. Nella RDC le elezioni presidenziali sono a turno unico e, verosimilmente, la sfida principale sarà tra Tshisekedi, per un eventuale secondo mandato, e Martin Fayulu, colui che nel 2018 era in testa ai sondaggi, ma che poi arrivò secondo nello spoglio definitivo. Altri potenziali candidati sono l’ex primo ministro Adolphe Muzito, l’ex governatore del Katanga Moïse Katumbi e l’ex primo ministro Augustin Matata Ponyo. Nel frattempo, nel Parlamento di Kinshasa, Tshisekedi ha incoraggiato i giovani del Paese

a partecipare in massa alle prossime elezioni, non solo come elettori, ma anche e soprattutto a candidarvi […] al fine di soffiare un vento nuovo:

Secondo un rapporto pubblicato lo scorso ottobre dal “Groupe d’étude sur le Congo” (GREC) e da Ebuteli, entrambi centri studi legati alla New York University, questo processo elettorale sarebbe “mal avviato” a causa di un “deficit di fiducia” che potrebbe condurre al rischio di “proteste violente”.

Secondo i ricercatori, la politica giocherebbe ancora una forte pressione sulla CENI, come avvenne già nel 2006 e nel 2011, quando i risultati elettorali presidenziali furono violentemente contestati, talvolta con decine di morti. Anche le elezioni del 2018 sono state contestate dal perdente, Martin Fayulu, che continua a dirsi scippato del risultato, tuttavia sono state anche le prime con una transizione di potere pacifica. Attualmente, invece, è il PPRD (Parti du Peuple pour la Reconstruction et le Démocratie), il partito dell’ex Capo di Stato Joseph Kabila, a dirsi indisponibile a partecipare ad elezioni organizzate dalla CENI odierna, considerata non sufficientemente autonoma e adeguata a garantire tutti i soggetti interessati. Come ha dichiarato a “7sur7.cd” il deputato Lucain Kasongo,

Finché avremo una CENI composta solo dall’Unione Sacra [il soprannome con cui è indicata l’UDPS, cioè l’Union pour la démocratie et le progrès social, il partito di governo], il PPRD e la famiglia politica di Joseph Kabila non saranno parti interessate. Ma non concederemo un giorno di rinvio. Quando sarà il momento, ci alzeremo per sbarrare la strada a chi vuole instaurare la dittatura, i brogli elettorali o chi si prepara allo slittamento.

L’evento che, tuttavia, dà maggiori preoccupazioni per le elezioni del prossimo anno è la guerra nelle province orientali, specie nel Nord Kivu, con i combattimenti tra l’esercito regolare e i ribelli del “Movimento 23 Marzo”, per cui si teme che le tensioni possano aggravarsi e rendere impossibile la consultazione. Inoltre, va aggiunto che l’economia congolese nel solo 2022 ha compiuto uno sforzo economico notevole per sostenere i costi del conflitto: addirittura l’1,5% del PIL sarebbe stato assorbito dal solo comparto della difesa, come ha riferito Nicolas Kazadi, ministro delle finanze congolese, precisando che per il 2023 sono previsti ulteriori aumenti.

Intanto, secondo un’esclusiva di “Politico.cd”, il 12 novembre (ma si è saputo solo il 28 dello stesso mese) il presidente Félix Tshisekedi sarebbe stato vittima di un tentativo di avvelenamento tramite una lettera inviata al suo ufficio. La missiva è stata intercettata dai servizi di sicurezza dello staff presidenziale che, ritenendola sospetta per la presenza di alterazioni e fori nella busta, l’ha eliminata. Successivamente, le analisi di laboratorio hanno accertato la presenza del composto chimico “ione cianuro”, mentre la polizia congolese ha scoperto che la posta proveniva da una (tuttora ignota) “organizzazione internazionale con sede in Francia”.

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