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RDCongo: attentato in una chiesa pentecostale durante le celebrazioni domenicali, decine di vittime

A mezzogiorno di domenica 15 gennaio, nel pieno di una celebrazione liturgica, è esplosa una bomba artigianale in una chiesa evangelica pentecostale della CEPAC (Communauté des Églises de Pentecôte en Afrique Centrale) di Kasindi-Lubirigha, nel Nord Kivu, sul confine con l’Uganda, a circa 90 km a nord-est da Béni, capoluogo della provincia. La bomba era artigianale e ha provocato la morte di numerose persone e il ferimento altre decine: il bilancio è ancora incerto, ma secondo “Radio Okapi”, gestita dalla missione dell’ONU, i deceduti sarebbero 17 e i feriti gravi almeno 20.

Al momento dell’esplosione in chiesa c’erano oltre 100 persone e l’attentato non è stato ancora rivendicato, ma i sospetti maggiori sono sul gruppo islamista ADF (Allied Democratic Forces, considerato terrorista dall’Uganda). Il governo congolese “condanna con forza questo atto” e “rassicura che i servizi di sicurezza hanno preso il controllo del luogo dopo l’esplosione”. Il ministero congolese delle Comunicazioni e dei Media ha annunciato che “sono in corso indagini per individuare i responsabili” e raccomanda alla popolazione di seguire le indicazioni delle FARDC (l’esercito regolare) “al fine di evitare assembramenti e per mostrare vigilanza”.

Anche la MONUSCO (la missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Congo) ha condannato “il vile e spregevole attacco”, presentando “le sue condoglianze alle famiglie delle vittime, al popolo congolese e al governo della RDC”, ribadendo di essere “al fianco delle autorità congolesi” per le indagini e per la sicurezza.

Ulteriori condanne dell’orrendo crimine sono arrivate dalle ambasciate di vari Paesi, come ad esempio la Francia:

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