La MONUSCO, la missione delle Nazioni Unite nelle province orientali della Repubblica Democratica del Congo, ha annunciato di aver adottato “misure forti” contro le forze di pace dispiegate nel Paese. Il provvedimento si è reso necessario a causa di “condotta grave” commessa da membri dell’operazione peacekeeping.
La #MONUSCO prend des mesures fortes en réponse à de graves allégations de mauvaise conduite.
Elle veille à ce que son personnel respecte les normes de conduite les plus strictes et s’engage à réaliser les droits et la dignité des victimes.⤵️https://t.co/NI7TTLv0RN
— MONUSCO (@MONUSCO) October 11, 2023
Secondo l’Agence France Presse, si tratta di otto soldati arrestati e un ufficiale sospeso nel contesto di un caso di sfruttamento sessuale.
#RDC : Huit Casques bleus sud-africains déployés à Béni, dans l'est de la RD Congo, ont été arrêtés, et un officier a été suspendu, dans le cadre d'une affaire d'exploitation sexuelle et de violence présumées, selon des documents internes de la Monusco consultés par l'AFP… pic.twitter.com/NoR6D7vvai
— Israël Mutombo (@IsralMutombo11) October 11, 2023
Un rapporto interno della MONUSCO fa riferimento a un caso avvenuto il 30 settembre scorso a Beni, nel Nord Kivu, quando diversi soldati del contingente sudafricano della missione ONU hanno violato il coprifuoco e si sono recati in un postribolo, mancando il “rispetto dei valori e degli standard di condotta delle Nazioni Unite”, si legge nel comunicato ONU.
Le indagini sono ancora in corso e i soldati sono attualmente in detenzione, mentre un ufficiale è stato sospeso non per aver partecipato alla serata incriminata, ma per aver “intimidito e minacciato verbalmente” alcuni membri dell’ONU, dopo l’arresto dei soldati.