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Migranti, naufragio di Cutro. L’ipocrisia dell’Europa

Il naufragio di Cutro al momento si è portato via 62 vite umane, mentre cercavano di raggiungere le coste calabresi. Tra le vittime ci sono 33 uomini (di cui 9 minori) e 29 donne (di cui 5 minori). La maggior parte dei superstiti soccorsi proviene soprattutto da Afghanistan e Pakistan, ma ci sono anche palestinesi, iraniani e somali. In totale sono circa 80, alcuni ricoverati nell’ospedale civile di Crotone e altri nel centro di prima accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Secondo le prime ricostruzioni e indiscrezioni, eranopartiti giovedì mattina, 23 febbraio, da Izmir, in Turchia, con un carico di cittadini iracheni, iraniani, afghani e siriani. A bordo almeno 180 persone che per questo viaggio avevano pagato circa 2.500 euro.​

Questa è la straziante ricostruzione dei fatti finora, che merita una riflessione.

Ogni anno commemoriamo la Shoah e ci dividiamo nella commemorazione dei massacri delle foibe, e lo facciamo mentre continua sotto i nostri occhi consapevoli il massacro dei cosiddetti (una definizione che esprime più di tante parole e finte commozioni di circostanza il reale pensiero di chi l’ha pronunciata rappresentando chi l’havoluto in quel dicastero)“carichi residuali” nel Mediterraneo.

La mano assassina dell’ipocrisia investe tutta l’Europa perché è l’Europa che continua, anche quando dovrebbe prevalere il silenzio, a puntare il dito contro gli scafisti (giustamente), contro l’immigrazione clandestina (una parola vuota di significato) e contro le ONG (ingiustamente) andando contro non solo la logica dei numeri ma anche e soprattutto contro i diritti umani. Le cause dei flussi migratori (fame, carestie, guerre, desertificazione) vedono ancora l’Occidente come principale responsabile, aumentando l’ipocrisia di chi, in Europa, si volta dall’altre parte.

Come giustamente ha richiamato il Presidente della Repubblica Mattarella, bisognerebbe partire da qui ma l’Occidente non lo farà mai perché gli interessi in gioco sono troppi. E allora meglio prendersela con le ONG, con gli scafisti ( che intanto continuano a fare affari con la guardia costiera libica che paghiamo noi) e continuare ad alzare muri e fili spinati, invece che costruire ponti europei e cambiare le politiche occidentali nella ricca Africa.

Se non prevarrà la ragione dei diritti umani, continueremo ad assistere alle varie Shoah e foibe dei giorni d’oggi.

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