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Migrazioni

Migranti, appello del Papa resterà inascoltato: nessun politico lo rilancerà in Europa

Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è il film che in Italia abbiamo già visto con il governo Conte 1. Non è nuova, infatti, la attuale guerra del governo italiano di destra alle ONGsulla pelle dei naufraghi, prima ancora che migranti, in barba alle convenzioni internazionali e all’obbligo legale di soccorso in mare.…

Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è il film che in Italia abbiamo già visto con il governo Conte 1. Non è nuova, infatti, la attuale guerra del governo italiano di destra alle ONGsulla pelle dei naufraghi, prima ancora che migranti, in barba alle convenzioni internazionali e all’obbligo legale di soccorso in mare. La spregevolezza dell’atto governativo è, se possibile, aggravata dal mercanteggio dei “scendono solo i fragili” o del “prendeteveli voi”, riferito ai Paesi europei, come si fa con i pacchi postali, verso i quali usiamo maggiore cura e rispetto. Ma da quanti anni assistiamo all’inoperosa esigenza da parte della UE di farsi carico di politiche di accoglienza dei migranti sul suolo europeo? Un richiamo, che sarebbe a tutti gli effetti una esigenza politica e di umanità, che viene fatto solo nei casi, come quello di questi giorni, in cui le navi delle ONG vengono respinte o tenute in ostaggio degli umori muscolari del politico di turno. Poi più niente, niente e nessuno che si muova in quella direzione. Un richiamo che genuinamente ha fatto recentemente suo anche il Papa, ma che nessun politico, di nessun colore, vuole portare avanti in Europa.

E’ più comodo e consente qualche voto in più buttare fango sulle ONG, dimenticando che sono proprio quelli della Guarda Costiera libica a fare affari con gli scafisti, mentre le ONG fanno il loro doveroso lavoro di soccorso dei naufraghi. E’ più comodo investire sulla generosità del “tanto al chilo”, dando a quelli che alcuni chiamano buonisti il contentino di far scendere i più fragili.

Questa è l’Italietta dei cosiddetti politici, così disumani e ipocriti da dimenticare che anche loro a casa sono padri o madri, nonni o nonne. Questa è l’Europa della solidarietà a orologeria, così giustamente aperta ai profughi ucraini, ma chiusa nei confronti dei migranti e dei naufraghi di altri Paesi – come se questi non scappassero anche loro da guerre, fame, violenze e bombardamenti – che non sono respinti solo in mare, ma anche dal filo spinato ai confini con la Turchia e con la Polonia.

Queste sono l’Italietta e l’Europa solidale a chiacchiere per la maggior parte delle loro azioni e sovranista ciascuna a casa loro. L’Italietta e l’Europa sono ancora oggi ciechi di fronte alle torture che i profughi subiscono nei lager libici, nonostante ci siano perfino documenti visivi che le dimostrano e ONU e ONG abbiano ancora oggi problemi di accesso. Il 2 novembre il governicchio italiano di destra, forte con i deboli, ma con il cappello in mano in Europa e in Egitto, ha rinnovato l’accordo italo-libico, che delega agli aguzzini della Guardia Costiera libica il compito di arginare chiunque voglia tentare di entrare in Europa, utilizzando fondi italiani (ma ci sono anche quelli europei) che dovrebbero essere destinati allo sviluppo e alla stabilizzazione della Libia.

Quindi siamo nuovamente di fronte alla sconcertante visione di un’Italietta che fa muro contro le ONG, arrogandosi il potere di decidere chi sbarca e chi no, in barba ai propri obblighi internazionali, e che rinnova l’accordo con la Libia, che nelle sue carceri ammassa tra gli escrementi le persone, le tortura, supportata dalla UE e dai fondi della cooperazione internazionale italiana.

Scenari inquietanti destinati a perdurare fino a quando l’Europa non decida di fare l’Europa, ricordandosi di applicare politicamente quella solidarietà conosciuta al momento della sua fondazione.

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