vai al contenuto principale

Memorandum Italia–Libia: l’atto di accusa di 40 organizzazioni contro il rinnovo degli accordi

Le conseguenze del Memorandum sulle persone trattenute in Libia tra abusi, sfruttamento, detenzione arbitraria e torture e fare luce sulla gestione dei fondi europei che finanziano la Guardia costiera libica sono state ampiamente documentate e l’Italia è complice di tale disumana situazione”. A denunciarlo  40 organizzazioni che lo scorso 26 ottobre a Roma avevano chiesto con una conferenza stampa e una manifestazione all’Italia e all’Europa di riconoscere le proprie responsabilità e non rinnovare gli accordi con la Libia. 

Richieste cadute nel vuoto visto che oggi, 2 novembre, non avendo il governo italiano proceduto alla sua revoca, il Memorandum Italia–Libia è stato automaticamente rinnovato per altri 3 anni.
Si tratta di un accordo che da ormai 5 anni ha conseguenze drammatiche sulla vita di migliaia di donne, uomini e bambini migranti e rifugiati.
Dal 2017 ad ottobre 2022 quasi 100.000 persone sono state intercettate in mare
 dalla guardia costiera libica e riportate forzatamente in Libia, un paese che non può essere considerato sicuro. Le organizzazioni chiedono al governo italiano di riconoscere le proprie responsabilità e di non rinnovare gli accordi con la Libia.  

100.000 persone respinte in Libia in 5 anni sono 100.000 persone esposte a violenze e violazioni di diritti di cui l’Italia è responsabile.

Questo l’atto d’accusa delle organizzazioni firmatarie del documento contro il rinnovo del memorandum, in ordine alfabetico: A Buon Diritto, ACAT Italia, ACLI, ActionAid, Agenzia Habeshia, Alarm Phone, Amnesty International Italia, AOI, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CGIL, CIES, CINI, CNCA, Comitato  Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos, Comunità Papa Giovanni XXIII, CoNNGI, FCEI, Focus Casa dei Diritti Sociali, Fondazione Migrantes, Emergency, Euro-Med Rights, Europasilo, Intersos, Mani Rosse Antirazziste, Medici del Mondo Italia,  Mediterranea, Medici Senza Frontiere, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Open Arms, Oxfam Italia, Refugees Welcome Italia, ResQ – People Saving People, Save the  Children, Sea-Watch, Senza Confine, SIMM, UIL, UNIRE (Unione Nazionale Italiana dei Rifugiati ed Esuli). 

Torna su