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Mauritania, chiude in anticipo la campagna per l’iscrizione allo stato civile: protestano le Ong

Amnesty International, Association Mauritanienne des Droits de l’Homme, Association des Femmes Chefs de Familie, Coordination Enrolement en Mauritanie, Fondation Beye, Fondation Sahel, Kavana, Mouvement El Hor, Organisation Mauritanienne des Droits et Libertés e SOS Esclaves hanno chiesto al governo della Mauritania di prolungare la campagna per l’iscrizione allo stato civile, che rischia di essere prematuramente chiusa il 31 dicembre.
Questa fine anticipata, sottolineano le dieci Ong, priverà numerose persone della possibilità di ottenere la carta d’identità, documento indispensabile per esercitare una serie di diritti fondamentali: all’istruzione, alla salute, al voto.
La campagna, preceduta da analoghe iniziative nel 2011 e nel 2017, era stata avviata l’11 luglio. In una visita nel paese, un mese fa, Amnesty International aveva osservato lunghe file d’attesa di fronte ai centri per l’iscrizione allo stato civile.
I ricercatori dell’organizzazione per i diritti umani avevano anche notato, tuttavia, l’assenza di uniformità e di trasparenza delle procedure: errori di trascrizione con conseguenti estenuanti attese per la rettifica; l’obbligo, per le persone nate prima del 2005, di recarsi presso l’anagrafe del luogo di origine per ottenere un certificato di nascita; il pregiudizio, nei confronti degli appartenenti ad alcune comunità, che non fossero nati in Mauritania.
Tutto ciò ha causato ritardi nell’iscrizione allo stato civile di migliaia di persone, soprattutto ai danni degli sfollati interni.
La chiusura anticipata della campagna per l’iscrizione allo stato civile rischia di lasciare “sans-papiers” in patria moltissime persone, condannate dunque a vulnerabilità, marginalizzazione ed esclusione.
Il diritto all’identità è un diritto umano fondamentale, hanno ricordato le dieci Ong, che hanno sollecitato una proroga della campagna.
Nella foto, attivisti che protestano conte la pena di morte in Mauritania 
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