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Mali, liberati padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio. Operazione dei servizi congiunta con Bamako

Padre Pier Luigi Marcalli, il missionario della diocesi di Crema sequestrato in Niger il 18 settembre del 2018 e il turista Nicola Chiacchio anch’egli rapito due anni fa, sono stati liberati oggi in Mali. Insieme ai nostri connazionali tornano liberi anche l’ex ministro maliano Soumaila Cissé e la cooperante francese Sophie Petronin.
Un’operazione congiunta delle intelligence di Italia e Mali che ha visto la proficua interazione tra le istituzioni dei due Stati. Una trattativa non facile che si è rivelata vincente con il risultato di riportare  a casa sani e salvi i due italiano.
Chiacchio e padre Maccalli erano stati rapiti al confine con il Niger.
Di loro non si avevano notizie dallo scorso 6 aprile, quando una testata nigerina, Air Info Agadez, aveva pubblicato un breve video di 23 secondi, arrivato anche al quotidiano Avvenire. nel quale i due uomini apparivano prigionieri ma in buona salute.
“Mi chiamo Pier Luigi Maccalli, di nazionalita’ italiana, oggi è il 24 marzo”, diceva l’uno. “Il mio nome è Nicola Chiacchio”, gli faceva eco l’altro.
Maccalli, membro della Società delle Missioni Africane, era stato rapito nella parrocchia di Bomoanga, nel Niger, al confine con il Burkina Faso. Chiacchio era sparito alcuni in Mali, dove era in viaggio come turista.
La liberazione dei due ostaggi italiani, avvenuta insieme al rilascio di Petronin e Cissé, segue l scarcerazione, avvenuta nel weekend, di un centinaio di jihadisti.
Cissé, 70 anni, era stato rapito lo scorso 25 maggio mentre era impegnato nella campagna elettorale per le elezioni parlamentari nel Niafounke, la sua regione natale.
Il governo maliano non ha fornito informazioni sullo stato di salute degli ostaggi liberati ne’ sulle dinamiche della liberazione. Una fonte anonima ha riferito alla France Presse che la liberazione degli ostaggi è stata una contropartita per il “rilascio di terroristi” e che la trattativa con i jihadisti “non è stata semplice”.
Arrivano dalla Farnesina le notizie certe e ufficiali. La liberazione dei due italiani è stata possibile grazie al lavoro del personale dell’Aise e di tutti gli apparati ‘competenti’ dello Stato, come fa sapere attraverso una nota il ministero degli Esteri. Fondamentale la collaborazione delle autorità maliane.
Un’operazione quella portata a termine in Mali che premia la professionalità’, le capacità operative e di relazione della nostra intelligence.

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