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La Somalia, la Nigeria e l’oscenità di quei morti di serie A e di serie B

In Somalia al-Shabaab in 48 ore, in due diversi attentati, ha ucciso 28 persone. Dopo gli otto giovani trucidati sabato scorso da un attentatore suicida che si è fatto esplodere a Mogadiscio all’interno di una gelateria molto frequentata della capitale, altre 20 vittime ieri in un attacco contro una base militare dell’Esercito nazionale somalo che ha coinvolto anche gli abitanti del villaggio di Baadeyn, nella regione centrale di Bai.
Nelle stesse ore in in Nigeria venivano sgozzati dai terroristi di Boko Haram almeno 110 civili in una cittadina nel nord est agricolo del Paese, Koshobe.
Sia in Somalia che in Nigeria si è trattato di atti di terrorismo che hanno colpito in modo brutale uomini, donne. e bambini che vivevano un momento spensierato o si trovavano al lavoro nei campi dei loro villaggi.
Per tutti questi morti non si è vista la corale ondata di commozione e di solidarietà che si è animata dopo gli attentati a Parigi, Londra o Bruxelles.
Eppure la matrice degli attentati è la stessa.
In Africa e Medio Oriente a colpire sono gli stessi estremisti che si accaniscono contro l’Occidente.
Terrorismo islamico, dunque, che colpisce indistintamente musulmani e cristiani ad ogni latitudine e longitudine.
Ancora una volta assistiamo a un parallelo ignobile, osceno: da un lato i morti ‘occidentali’, quelli di serie A, dall’altro quelli africani, mediorientali e asiatici, di serie B.
E mi chiedo e vi chiedo: se l’empatia per la Francia e il Belgio, di cui possiamo percepire e condividere la paura nel rendersi conto che il proprio paese, il luogo dove si supponeva di essere al sicuro, sia sotto attacco, è totale e globalizzante, non dovrebbe essere altrettanto naturale piangere e ricordare le vittime somale, nigeriane e afghane colpite, annientate, con la stessa ferocia?
E invece l’attenzione dedicata a queste ultime, a causa della lontananza dei luoghi in cui si è consumato il loro dramma o per le appartenenze religiose, è debole, sbiadita. Anzi. L’unica conseguenza evidente è che interi popoli continuano a essere ostracizzati per gli atti imperdonabili di un piccolo gruppo di mostri.
Ma la vita di un musulmano, un africano  innocente, non è meno preziosa di quella di un cristiano in Europa o di qualsiasi altro occidentale.

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