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Guinea, la libertà d’espressione è sotto attacco 

In Guinea, secondo una denuncia di Amnesty International, le violazioni del diritto alla libertà d’espressione si stanno moltiplicando. Le autorità di transizione del Comitato nazionale per la riconciliazione e lo sviluppo, salite al potere con un colpo di stato nel settembre 2021, stanno replicando esattamente quei comportamenti autoritari cui, dicevano, avrebbero posto rimedio.

L’accesso alle piattaforme social è bloccato dal 24 novembre. Per vaghi “motivi di sicurezza nazionale”, tra il 6 e il 9 dicembre l’Alta autorità delle comunicazioni ha imposto la fine delle trasmissioni dei canali radiofonici e televisivi Djoma, Espace ed Evasion, che in precedenza avevano espresso critiche alle autorità.

Il 9 dicembre il ministro delle Poste e delle telecomunicazioni, Ousmane Gaoual Gallo, è stato più esplicito: “Le misure prese rappresentano una risposta immediata all’apologia dell’odio, all’alimentazione delle tensioni sociali e politiche e alla propaganda di discorsi divisivi”.

Lo stesso ministro, a maggio, aveva risposto all’Associazione dei blogger guineani e alle organizzazioni Netblocks e Ooni che le piattaforme social erano bloccate “a causa della rottura di un cavo sottomarino”.

Nelle settimane scorse più volte il segnale di FIM FM, una delle radio più ascoltate della Guinea, è stato oggetto di interferenze: al posto della normale programmazione, sono state mandate in onda canzoni a sostegno delle forze armate.

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