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Global Shapers, un progetto di studenti italiani e stranieri per i giovani migranti

Capita di vederli a Roma il sabato mattina, questi ragazzi italiani e stranieri che insieme vanno esplorando la città. Sono i volontari delle associazioni Global Shapers e Liberi Nantes, che due o tre volte al mese organizzano visite gratuite per giovani migranti.

Chi sono i Global Shapers ed i Liberi Nantes?

I Global Shapers sono studenti e professionisti fra i 20 e i 30 anni con esperienza di vita e di lavoro in Italia e all’estero che hanno deciso di mettere a disposizione il loro tempo e le loro conoscenze per attuare progetti di interesse civico e sociale. Nati da una iniziativa del World Economic Forum, l’hub romano esiste da circa sette anni e ha promosso diversi progetti per l’innovazione e per l’inclusione sociale.

La Liberi Nantes è un’ Associazione Sportiva Dilettantistica per il giuoco del calcio, che promuove e garantisce la libertà di accesso allo Sport a rifugiati e richiedenti asilo politico, offrendo a donne e uomini in fuga da paesi in guerra e da situazioni umanitarie drammatiche un’occasione unica di evasione, di recupero della dignità umana, di ricostruzione personale e dei rapporti di amicizia e di fiducia nel prossimo

I Liberi Nantes organizzano anche, da diversi anni, un’attività di escursionismo, con l’intento di coinvolgere i ragazzi migranti  e non in passeggiate alla scoperta della città di Roma e dei suoi dintorni.

Quest’anno il progetto si è ampliato, gemellandosi con il progetto WaCu (Wandering Cultures-Culture in Cammino) dei Global Shapers, che permette di conoscere Roma e condividere culture ed esperienze, divertendosi e instaurando un rapporto di amicizia che cresce nel tempo e che mette a nudo la diversità dell’immigrazione in Italia oggi.

Storie di migrazione diversa, perché di questo progetto pieno di speranza e positività fanno parte Anas, che è fuggito da una Aleppo distrutta e ha insegnato ad altri rifugiati come lui a ricostruirsi un futuro; Houssem, che viene dal deserto della Tunisia e in Italia spera di fare impresa e vendere datteri e gelati; Ahmed e Ali, che in Egitto e in Iraq non ci possono tornare; Mamadou, che è arrivato dalla Guinea con una curiosità infinita e che sogna di andare all’università, e ci auguriamo tutti che possa riuscirci. Ne fanno parte Clement, che in Nigeria ha lasciato una moglie e una bambina, e spera di trovare presto un lavoro così da poterle sostenere; Hope, che in Libia ha vissuto cose che preferisce non raccontare, e Madi, che viene dal Senegal e con fare spigliato aiuta i suoi fratelli africani a integrarsi in Italia perché fa il mediatore culturale. E con loro tanti altri. Alcuni ospiti che vengono una sola volta, altri aficionados che ormai non si perdono più una gita, neanche con la pioggia e il freddo.

All’iniziativa contribuiscono tante altre associazioni che proliferano e che danno un’idea di quanto sia forte nel Paese quel Terzo Settore spesso ignorato e bistrattato dalla politica.

Ne fanno parte la delegazione romana del FAI (Fondo Ambiente Italiano), con cui i Global Shapers hanno organizzato il corso “Ponte tra Culture” per diventare mediatori artistico-culturali, aperto a italiani e stranieri e che è culminato nelle giornate FAI di primavera, il 23 e il 24 marzo, durante le quali i partecipanti al corso sono stati i narratori presso alcune delle strutture aperte per l’occasione. E organizzazioni più piccole ma non per questo meno importanti, come Migrantour e Scuole di Migranti, o gli incredibili ragazzi di Laboratorio53, che organizzano tour per Roma con le Guide Invisibili, percorsi con audioguide registrate da migranti nel corso di un lungo workshop radiofonico.

Partecipare alle attività di WaCu è un’occasione per vivere un’esperienza diversa e per capire meglio e con meno pregiudizi l’Italia che ci circonda, insieme a giovani italiani che non si rassegnano al declino economico e culturale del Belpaese e a giovani stranieri che non vedono l’ora di integrarsi e costruirsi un futuro più felice del passato da cui fuggono.

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