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Gambia, nonostante le promesse del presidente le leggi repressive restano in vigore

In un nuovo rapporto pubblicato il 23 settembre, Amnesty International ha denunciato che, nonostante gli impegni presi nel 2017 dal presidente Adama Barrow e una sentenza emessa nel 2018 dalla Corte di giustizia della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale, le leggi che limitano la libertà d’espressione, la libertà di stampa e la libertà di manifestazione pacifica restano ancora in vigore.

Il codice penale prevede tuttora il carcere per chi critica le autorità. L’articolo 138 della Legge sull’informazione e sulle comunicazioni autorizza intercettazioni e sorveglianza senza supervisione giudiziaria e il sequestro di copie stampate e di macchinari per la pubblicazione. L’articolo 5 della Legge sull’ordine pubblico subordina ancora lo svolgimento delle manifestazioni all’autorizzazione della polizia.

Resta poi in vigore la vecchia Costituzione, che garantisce piena immunità dai procedimenti giudiziari al presidente dopo la fine del suo mandato, al Consiglio provvisorio delle forze armate e alle persone da questo nominate. Dell’abolizione della pena di morte non si parla più.

Infine, i funzionari dell’ex regime di Jahya Jammeh che avevano ammesso le proprie responsabilità di fronte alla Commissione per la verità, la riconciliazione e la riparazione sono ancora al loro posto all’interno degli apparati di sicurezza.

Le uniche notizie positive sono l’istituzione della Commissione nazionale sui diritti umani, diventata operativa nel 2019, e l’adozione il !° luglio di quest’anno della Legge sull’accesso alle informazioni.

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