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Fgm, una vigliaccheria e un degrado per gli uomini e per tutta l’umanità

E’ appena trascorsa, il 6 febbraio 2021, la Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili.
Le stime ci consegnano numeri ancora drammatici. Secondo quelle dell’Onu, circa 200 milioni di donne e ragazze sono state vittime di mutilazioni genitali, 3 milioni ogni anno solo in Africa.
Le mutilazioni dei genitali femminili sono una tradizione culturale, tribale e per alcuni si sono sempre fatte, pertanto non vedono il motivo di preoccuparsene. Ma, se la sua origine resta avvolta nel mistero – sarebbero una pratica preislamica, probabilmente già in uso nell’antico Egitto, da dove sarebbe approdata a Roma come misura per controllare la sessualità delle schiave – la galassia delle mutilazioni è avvolta prevalentemente dalla nube tossica delle credenze, delle superstizioni e delle tradizioni tribali. Ad esempio, secondo la credenza di alcuni, le mutilazioni rendono le donne più fertili, mentre è vero il rischio contrario, perchè proprio la circoncisione è una delle cause della infertilità, specialmente nelle giovani vergini che sono affette da infezioni pelviche causate dalla circoncisione.
Per alcuni le mutilazioni sono una prescrizione religiosa e in particolare dell’Islam, mentre per altri nessuna religione prescrive la circoncisione femminile, la cui origine sarebbe pre-islamica.
Per altri ancora, le mutilazioni sarebbero una garanzia di verginità, e si ritiene che l’infibulazione protegga e preservi la castità delle giovani sino al matrimonio, essendo, per esempio, che la verginità in tutte le società tradizionali africane è un prerequisito per il matrimonio e che la prova della verginità è generalmente una parte integrale della transazione/contratto matrimoniale.
Per alcuni le mutilazioni siano una garanzia di purezza e di pulizia. La rimozione degli organi genitali è giustificata dai fautori dell’infibulazione con l’idea di mantenere così pulita questa zona del corpo.
Sempre secondo alcune credenze, le mutilazioni migliorano le prestazioni sessuali degli uomini, perchè l’infibulazione avrebbe l’obiettivo di ridurre l’organo a uno stretto orifizio, in modo tale, così credono, da aumentare il piacere del maschio durante il rapporto sessuale. Insomma la classica visione di quegli uomini che pretendono che le donne siano sottomesse e passive durante il rapporto.
Secondo altri le mutilazioni costituiscono una prevenzione delle morti prenatali, ma tale idea non ha alcun fondamento scientifico.
Infine per altri ancora le mutilazioni sono la garanzia di buona salute, mentre esiste una abbondante documentazione circa le miriadi di complicazioni per la salute cui queste donne vanno incontro. Ma spesso, in alcune società, succede che le donne vengano sin da piccole istruite a non lamentarsi, e a considerare tali sofferenze come “parte dell’essere donna”.
La realtà è ben diversa da tutte queste credenze, che qui ho riassunto brevemente. La realtà è infatti che milioni di madri, consapevoli o meno, sono costrette a sottomettere le loro figlie a queste usanze tribali, sottraendosi alle quali si corre un elevato rischio di essere emerginati dalle comunità locali.
La realtà è che con le mutilazioni non sono solo una grave violazione dei diritti delle donne, ma anche una pratica dannosa che produce danni alla salute fisica e mentale delle bambine e future donne. ​
La realtà è che, come ha ricordato pochi giorni fa Papa Francesco parlando delle mutilazioni genitali femminili, queste ultime sono “una vigliaccheria e un degrado” per gli uomini e “per tutta l’umanità”.
Per fortuna qualcosa si sta muovendo, come in Sudan, ma resta ancora molto, molto da fare.

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