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Etiopia, nasce il movimento Amhara Dignità Nazionale: falsità su azione Abiy

Quella che doveva essere la Blitzkrieg del “Triunvirato della Prosperità” (Il Premier etiope, il dittatore eritreo e la dirigenza nazionalista Amhara) per distruggere il TPLF e imporre un dominio assolutista tramite un governo centrale forte ed autoritario, si è trasformata in una guerra di lunga durata in Tigray. L’errore fondamentale di Abiy, Afwerki, TemesgenTiruneh e Agegnehu Teshager (i dirigenti Amhara che vogliono imporre al paese un dominio etnico assoluto) è stato quello di accanirsi contro la popolazione civile in Tigray come rivalsa della resistenza delle Forze di Difesa del Tigray che ha fattofallire ben 4 (costosissime) offensive militari. L’ultima tentata nel Tigray Centrale alla vigilia della Pasqua Ortodossa.

Lasciando mano libera alla soldataglia eritrea e federale e alle primitive milizie Amhara, questi dirigenti si sono macchiati di crimini contro l’umanità che in un futuro potrebbero portarli dritti alla Corte Penale Internazionale. In questi sei mesi abbiamo assistito ad una escalation di violenze che ha avuto una sua infernale evoluzione. Dai crimini di guerra, ai crimini contro l’umanità. Dalle pulizie etniche al genocidio. È ritornata di attualità la tattica di annientamento totale del nemico attuata dal regno Amhara durante la Zemene Mesafint (Età dei Principi: 1769 – 1855).

Il Triunvirato della Prosperità per imporre il suo dominio assoluto e incontrastato sul paese sta mettendo in pratica la teoria della Biopolitica di Mechel Foucault privando alle masse del senso critico e dell’analisi politica, sostituita dal nazionalismo etnico. Il fine ultimo è il Biopotere, ossia il potere esercitato sulla vita degli individui su base non ideologica ma etnica. La Biopolitica implica l’annientamento totale del nemico, come ci insegnarono i nazisti.

Il fallimento del Blitzkrieg e le violenze inflitte sui civili hanno sparso il cancro della violenza in 5 stati regionali sui 10 che compongono la Federazione etiope, riuscendo addirittura ad alienarsi il sostegno dei principali alleati e finanziatori: Stati Uniti e Unione Europea.

Nella necessità di correre ai ripari, i responsabili dell’orrore etiope, stanno tentando di promuovere una campagna di disinformazione internazionale rispolverando vecchi concetti e retoriche imperiali e staliniste. Due i principali obiettivi. Distorcere la realtà al fine di rendere difficile individuare i responsabili dei crimini contro l’umanità commessi. Coalizzare il più alto numero di cittadini al progetto di centralizzazione del potere attraverso un nazionalismo biopolitico.

Il messaggio che si intende far passare è semplice. I dirigenti del Prosperity Party sono stati costretti a ricorrere alle armi (prima contro il TPLF e ora anche contro gli Oromo) per rendere irreversibile la democrazia nel paese. Le tendenze occidentali di intervento negli affari interni dell’Etiopia (pulizia entica e genocidio) sono da considerare come un tentativo dell’imperialismo occidentale di distruggere l’indipendenza nazionale e di sottoporre l’indomita e libera Etiopia al giogo del colonialismo.

Per contrastare le ‘perfide manovre’ di noi occidentali è sorto il movimento Amhara “Dignità Nazionale” contro le potenze e i media occidentali.
A darne notizia è il sito online Borkena, noto organo di propaganda del nazionalismo fascista dei dirigenti Amhara.  Il movimento ha avviato la campagna internazionale “Hands off Ethiopia” (giù le mani dall’Etiopia). Una campagna basata su elementi radicali ed estrenusti della diaspora Amhara in Europa e America che seguono ciecamente le direttive del Triunvirato della Prosperità negando i crimini contro l’umanità, promuovendo odio etnico contro i nemici interni (Tigrini, Oromoe qualunque altra etnia che si opponga ai piani del Premier e dei nazionalisti Amhara), cercando di unire la popolazione etiope nella difesa della Nazione contro gli attacchi imperialisti occidentali.

Come insegnò Adolf Hitler, ogni movimento fascista per aver presa sulle masse deve agire in un contesto di crisi socio politicaculturale ed economica e deve offrire alle masse non un elaborato programma politico ma una rozza struttura ideologiche parole d’ordine per alimentare il sentimento nazionalistico della popolazione per poi canalizzarlo in un progetto di dominio conosciuto a pochi “eletti” alla guida della Nazione. Il movimento Amhara Dignità Nazionale non fa eccezione. Come avvenne in Germania anche in Etiopia si assiste all’emergere della figura del leader guida salvatore della Nazione, basato sull’ideologia del “medemer” (parola amarica per sinergia) che prevede l’imposizione di un modello filosofico etnico per la costruzione della nazione e la gestione di governo e società.

Dalla documentazione propagandistica a disposizione e dalle affermazioni dei sostenitori del Triunvirato della Prosperità fatte durante le manifestazioni di questi giorni, si delinea una struttura ideologica che trova una illustrazione parziale proprio sull’organo di propaganda della dirigenza estremista Amhara: il sito online Borkena. L’Etiopia sarebbe l’incarnazione della storica lotta per salvaguardare l’indipendenza politica, economica e culturale mantenuta nei secoli quando gran parte dell’Africa e del mondo era sotto il gioco del colonialismo europeo. Ora l’Etiopia sarebbe sotto attacco proveniente da attori interni, regionali e potenze occidentali.

Utilizzando come pretesto il “diritto” di riportare la legalità e l’ordine nel Tigray o in Oromia, e la disputa internazionale sulla mega diga GERD, le potenze occidentali intenderebbero mantenere l’Etiopia debole e vulnerabile per facilmente imporre i loro interessi economici e culturali.

Le tendenze interventiste dall’ovest, come dimostrato nell’ultima dichiarazione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che ha allarmato gli etiopi nel paese e all’estero, sono diventate una preoccupazione per la maggior parte degli etiopi al punto che ora sta dando vita a un movimento etiope senza precedenti. Queste tendenze interventiste sono solitamente espresse, come altrove, sotto le spoglie della protezione dei diritti umani e della difesa della libertà di espressione”, spiega l’editoriale di Borkena del 18 maggio scorso.

La violenta e aggressiva propaganda del Premier etiope e della dirigenza nazionalista Amhara tenta di presentare “Dignità Nazionale” come un movimento popolare spontaneo creato dalla società civile, attivisti dei diritti umani, personaggi di spicco, musicisti, attori e gente comune, accumulati dal comune Patriottismo e dal dovere di difendere la Patria da aggressori interni e stranieri.

Purtroppo la realtà è molto diversa dalla fabbrica di falsità del Premier etiope. Il movimento è tutt’altro che spontaneo. È stato creato artificialmente dagli esperti della comunicazione di Abiy e diretto da due personaggi direttamente o indirettamente legati al regime: Yinager Dessi, alto funzionario del Prosperity Party e Governatore della Banca Nazionale dell’Etiopia e da Ustaz Abubakar Ahmed, leader del comitato musulmano etiope autoproclamatosi difensore dei diritti dei mussulmani in Etiopia.

Martedì i promotori del movimento “popolare” hanno tenuto una conferenza stampa nella capitale Addis Abeba in cui hanno affermato che alcuni paesi occidentali stanno rilasciando dichiarazioni che interferiscono seriamente e negativamente negli affari interni dell’Etiopia, violando la sua sovranità. Secondo gli organizzatori, l’intervento è diretto contro il popolo etiope, non solo contro il governo. Una classica propaganda in difesa di regime dispostici tramite la creazione del nemico da cui difendersi per salvare la Nazione. Nel 1939 in Germania i nemici erano gli ebrei, i comunisti, e l’Unione Sovietica. Nel 2021 in Etiopia: ogni gruppo etnico e singolo cittadino che si oppone al Prosperity Party, il Sudan, l’Egitto e le potenze coloniali e imperialiste occidentali.

Il movimento Dignità Nazionale ha deciso che la campagna “Giù le mani dall’Etiopia” debba essere condotta sia all’interno del Paese che a livello internazionale. I servizi segreti etiopi, il ministero degli esteri e gli esperti in comunicazione di Abiy avrebbero diramato presso tutte le ambasciate etiopi in Europa e America, precise istruzioni su come portare avanti la campagna, quali messaggi veicolare e in che modo.

Uno dei principali suggerimenti sarebbe quello di far credere che le manifestazioni pacifiche contro l’imperialismo occidentale siano il frutto della intera diaspora etiope. Nelle manifestazioni già avvenute, non si nota la presenza di Oromo, Tigrigni, Somali della Somali Region, sud sudanesi di Gambella o cittadini etiopi appartenenti ad etnie minori. Solo Amhara. Questo è stato evidente nell’ultima protesta che si è svolta lunedì scorso a Washington D.C. contro la richiesta degli Stati Uniti del ritiro delle forze speciali e delle milizie genocidarie Amhara dalle regioni di Wolkati e Raya del Tigray.

La richiesta americana è stata ignorata in quanto i territori tigrigni annessi allo Stato regionale dell’Amhara sono ora soggetti ad una redistribuzione delle terre a coloni amari e a potenziali investitori stranieri. Per giustificare l’annessione dei territori del Tigray il Premier Abiy e il governo regionale Amhara stanno per organizzare un evento di massa per celebrare gli sforzi militari della coalizione (del Triunvirato della Prosperità) nel liberare i territori Amhara “illegalmente” annessi al Tigray dal TPLF negli anni Novanta dopo la caduta del regime stalinista del DERG. L’attuale tattica adottata in Tigray dalla dirigenza fascista Amhara  di annessione dei territori e di pulizia etnica è di fatto una ripetizione della “Settlers Policy” della oscura e brutale epoca della dinastia Salomonica degli Imperatori Amhara.

Una lettera ufficiale del movimento Dignità Nazionale è pronta per essere indirizzata a tutte le ambasciate occidentali presenti ad Addis Ababa per richiedere l’immediata fine delle interferenze straniere e il rispetto della sovranità etiope.

La coordinazione della campagna della diaspora Amhara in Europa e America, attuata dal governo federale di Addis Ababa e dalla dirigenza nazionalista Amhara con il contributo attivo delle rappresentanze diplomatiche etiope (già appurate da “elementi” non patriottici del Tigray) intende rendere più efficace la passate campagne condotte da singoli individui o gruppi Amhara che avevano ricevuto ordini (e forse supporto finanziario) per contrastare le associazioni in difesa dei diritti umani e i giornalisti occidentali accusati di diffondere notizie faziose pro TPLF e Fake News.

Tra gli obiettivi primari vi è quello di veicolare e rafforzare il nazionalismo dell’epoca imperiale dove l’identità, i simboli e la cultura nazionali riflettevano i valori Amhara attraverso un sistema di assimilazione forzata delle altre etnie tramite il ferro e il fuoco. Per secoli milioni di etiopi furono costretti a sottomettersi alla lingua, alla politica e alla cultura della Corte Imperiale Amhara. Chi si rifiutava veniva eliminato.

Tra queste prime manifestazioni in sostegno del regime etiope e della dittatura eritrea ricordiamo quella organizzata lo scorso 24 aprile davanti alla sede RAI di Milano per chiedere una maggiore e “corretta” informazione sull’Etiopia e sul conflitto nel Tigrai, cioè la richiesta ai media italiani di allinearsi alla propaganda di Stato promossa dal governo centrale di Abiy. Al presidio vi parteciparono immigrati eritrei ed etiopi che vivono e lavorano onestamente a Milano e in Lombardia. La manifestazione a Milano aveva l’obiettivo di interrompere il “monopolio” informativo sull’Etiopia detenuto da Associazioni, attivisti dei diritti umani e giornalisti indipendenti italiani che sarebbero al soldo del TPLF, secondo quanto pensa il governo centrale etiope.

I media italiani non prestarono particolare attenzione a questo presidio se non qualche rara testata economica online che accettò di dare ampio spazio alla propaganda negazionista promossa dal Premier etiope e dal dittatore nordcoreano in salsa africana: Isaias Afwerki. Anche il mondo politico italiano prestò scarso sostegno escluso un consigliere del Comune di Milano ex centrosinistra passato successivamente al partito di Giorgia Meloni: Fratelli d’Italia autoproclamatosi erede della storica “destra sociale italiana” di cui gli amari ricordi delle sue “performance” è ancora vivo a distanza di 76 anni dal 1945…

Prendendo esperienza dalle passate manifestazioni il governo federale etiope avrebbe sconsigliato la presenza alle prossime manifestazioni di eritrei, visto che il regime di Asmara è sotto il mirino dell’opinione pubblica internazionale per la guerra di aggressione al Tigray e per gli inauditi ma sistematici crimini di guerra commessi in questi 6 mesi di guerra civile.

La campagna “Giù le mani dall’Etiopia” condotta dalla destra nazionalista Amhara rischia di dividere maggiormente la diaspora etiope in occidente composta anche dalle altre etnie. Per evitare una polarizzazione etnica occorre distinguere tra gli agenti della propaganda del regime di Abiy e la diaspora Amhara che non necessariamente partecipa o condivide le idee di dominio imperiale entico promosso dal movimento Amhara Dignità Nazionale.

Nel frattempo che il governo di Addis Ababa è impegnato a organizzare “manifestazioni spontanee” della diaspora “etiope” in occidente per contrastare il nostro imperialismo e salvaguardare la sovranità nazionale, giungono notizie di una escalation della partecipazione dell’esercito federale alle pulizie etniche e al progetto di genocidio in Tigray. Medici Senza Frontiere riportano l’irruzione di soldati federali in pieno assetto di guerra in un ospedale di Axum in cerca di “terroristi” del TPLF tra i pazienti ricoverati.  Giungono allarmanti le notizie diramate da alcune associazioni in difesa dei diritti umani del presunto utilizzo da parte dell’esercito federale etiope di agenti chimici interdetti dalla Convenzione di Ginevra nel tentativo di piegare la resistenza armata delle forze di difesa del Tigray. Notizie che meritano un serio approfondimento.

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